Fondato nel 2020 questo movimento che conta ormai centinaia di migliaia di aderenti si caratterizza per un nazionalismo di impronta sempre più xenofoba. I suoi gruppi sono una sorta di “Guardia nazionale” dedita allo squadrismo che sta mettendo in ombra la stessa idea di “Mondo Russo”, che prevedeva ancora l’aggregazione degli altri popoli, proiettando sul futuro di Mosca un senso sempre maggiore di chiusura aggressiva.
L'annuncio del presidente Subianto durante la visita di ieri nella capitale turca. Il primo aereo da combattimento di Ankara è destinato a sostituire gli F-16. Il governo indonesiano intende partecipare anche allo sviluppo di sottomarini ampliando la partnership. A febbraio nel West Java i due capi di Stato avevano firmato diversi accordi in materia di commercio e difesa.
Dopo una battuta su un leader locale, il comico Kunal Kamra è stato denunciato e il club dove si è esibito vandalizzato e in parte demolito. Il suo caso si inserisce in un clima crescente di repressione contro la comicità che prende in giro i politici. Una tendenza iniziata con l'arrivo al potere del primo ministro Narendra Modi e che oggi continua con denunce, minacce e persino arresti di alcuni artisti.
Nonostante nel 2023 sia stata abolita l'obbligatorietà, molte delle condanne a morte in Malaysia riguardano ancora reati di droga. La preoccupazione di Amnesty Internationale che chiede una moratoria sottolineando le violazioni dei diritti umani. La direttrice esecutiva Vilasini Vijandran: "Mina la credibilità del Paese". Cresce la distanza tra gli orientamenti dei tribunali di grado inferiore e delle corti superiori su questa materia.
Anche quest'anno il presule che si rifiuta di aderire all'Associazione patriottica è stato portato via alla vigilia della Settimana Santa. Già a Natale aveva subito gravi ritorsioni per la celebrazione con cui aveva inaugurato il Giubileo nella diocesi dello Zhejiang che per le autorità di Pechino è guidata da un sacerdote "fedele" al Partito.
Ad AsiaNews lo studioso giordano Al Sabaileh definisce “probabili” le voci di una cessione delle armi da parte di diversi gruppi sciiti attivi in Iraq. Decisiva la pressione degli Stati Uniti e il timore dell’apertura di un ultimo fronte dopo Siria, Libano e Yemen. Ma con la fine della lotta armata “anche il loro peso politico non sarà più lo stesso” in vista delle elezioni di ottobre.