Almeno sette morti in un’area di confine. La fragilità di una frontiera a lungo zona franca per traffici e commerci illeciti. I timori di una escalation con lo Stato ebraico e le manovre Usa per la “normalizzazione”. Nello spirito della dichiarazione di Abu Dhabi, cristiani e musulmani celebrano oggi la festa dell’Annunciazione.
Il Libano ritiene “imperativo” che i rifugiati siriani sul territorio, almeno 1,5 milioni, possano essere rimpatriati. Il cambio di leadership a Damasco modificherebbe anche il loro status. Nell’incontro dei Paesi donatori organizzato dall’Ue il ministro degli Esteri invita a “smettere di gestire la crisi e iniziare a risolverla”, partendo dalle sanzioni che vanno cancellate.
L’adesione condizionata dei due gruppi al potere centrale è un segno importante per la Siria di Ahmed al-Sharaa, pur a fronte di una diffusa fragilità. La bozza di Costituzione pone comunque la Sharia al centro della legislazione. Il canto delle sirene di Israele verso i drusi continua a Soueida. I massacri “nell’area alawita” oscurano il quadro.
Dopo giorni di violenze e oltre un migliaio di vittime, anche cristiane, il governo di al-Sharaa ha dichiarato conclusa l’operazione contro gli alawiti sulla costa ovest del Paese. Damasco ha anche firmato un accordo di “integrazione” con i curdi. L'arcivescovo di Homs: per la pace servono una presenza internazionale e la cancellazione delle sanzioni. Dalle autorità finora promesse disattese.
Sacerdoti, madri, minori: sono decine i cristiani travolti dalle violenze innescate della rivolta divampata nell’ex feudo di Assad. In un messaggio i patriarchi siriani parlano di “pericolosa escalation di violenza, torture e omicidi” contro “civili innocenti, tra cui donne e bambini”. Il tardivo appello dell'ex leader islamista all’unità. P. Jihad: “Digiuno e preghiera” comune per la pace.
L'Osservatorio siriano per i diritti umani parla di oltre 500 vittime negli ultimi due giorni. La testimonianza del parroco francescano di Aleppo: "Nonostante le innumerevoli voci che chiedono un governo che rappresenti tutte le componenti della società siriana, non si vedono azioni concrete. Le armi minacciano di distruggere quel che resta della nostra speranza".