L'attivista per i diritti umani ad AsiaNews: le elezioni paventate dalla giunta militare "sono solo propaganda, come può sovrintenderle chi non ha rispettato il voto del 2020?". La richiesta di "azioni concrete" alla comunità internazionale: "L'esercito sia chiamato a rispondere delle violenze commesse nell'impunità". La speranza in un Paese democratico dell'unità tra i gruppi etnici: "È il momento di mostrare che non siamo divisi".
Il conflitto etnico che dura ormai da un anno e mezzo nello Stato nord-orientale dell'India è alimentato anche da voci senza fondamento. L'ultima parlava di "almeno 900 miliziani" che si sarebbero infiltrati dal vicino Myanmar per combattere i Meitei. Una ricostruzione smentita personalmente dal capo di Stato maggiore dell'esercito di Delhi: "I birmani che arrivano sono disarmati e in cerca di rifugio dalla guerra".
Dopo l'annuncio, l'aviazione birmana, grazie al sostegno di jet cinesi, ha bombardato la città di Lashio, controllata dalle milizie etniche. I rappresentanti del NUG e dei vari gruppi armati che da tre anni combattono contro la giunta hanno respinto la proposta, affermando che si tratta di una "mossa politica" dettata dalle difficoltà sul campo.
Costretto nel novembre 2023 ad abbandonare la cattedrale a causa degli scontri armati, il vescovo di Loikaw continua a prendersi cura dei fedeli della diocesi, oggi sparpagliati in 200 campi profughi in aree remote. Ad AsiaNews racconta il dramma dei giovani che si uniscono ai combattimenti e riflette su come queste comunità nello Stato Kayah, pur nelle loro grandissime difficioltà, oggi gli ricordino i primi cristiani: "La Chiesa è dove le persone condividono e si amano".
Nel colloquio con i gesuiti avvenuto a Jakarta e pubblicato oggi da "La Civiltà Cattolica" il pontefice - rispondendo a una domanda di un confratello birmano - ha raccontato di aver chiesto la scarcerazione del premio Nobel per la pace reclusa in una località sconosciuta alla sua stessa famiglia. "In Myanmar oggi non si può stare in silenzio: il futuro del Paese deve essere la pace fondata sul rispetto di un ordine democratico".
Solo in queste ore, con il ripristino delle connessioni, sta emergendo la vastità della devastazione che si è abbattuta sul Paese. Le diocesi di Taunggyi e Kengtung, nello Shan, sono rimaste completamente isolate. Diverse fonti locali hanno confermato che la giunta golpista non ha risorse per far fronte alla situazione e la popolazione è abbandonata a se stessa. La Fondazione Pime rilancia il fondo "Emergenza Myanmar" per gli aiuti.