Il Libano ritiene “imperativo” che i rifugiati siriani sul territorio, almeno 1,5 milioni, possano essere rimpatriati. Il cambio di leadership a Damasco modificherebbe anche il loro status. Nell’incontro dei Paesi donatori organizzato dall’Ue il ministro degli Esteri invita a “smettere di gestire la crisi e iniziare a risolverla”, partendo dalle sanzioni che vanno cancellate.
L’adesione condizionata dei due gruppi al potere centrale è un segno importante per la Siria di Ahmed al-Sharaa, pur a fronte di una diffusa fragilità. La bozza di Costituzione pone comunque la Sharia al centro della legislazione. Il canto delle sirene di Israele verso i drusi continua a Soueida. I massacri “nell’area alawita” oscurano il quadro.
I rappresentanti dei due Paesi hanno concordato ieri di avviare colloqui sulla frontiera terrestre. Decisiva la mediazione degli Stati Uniti, con il governo israeliano che ha poi rilasciato cinque detenuti libanesi, fra i quali un membri di Hezbollah. Sorpresa fra i ranghi del Partito di Dio, che ha cercato di ostacolare l’accordo rifiutando il disarmo e la soluzione diplomatica.
In un Medio Oriente in piena riconfigurazione, è arrivata l’ora delle scelte per la comunità drusa, dispersa tra Libano, Siria, Israele e Giordania. Ostile a un nuovo governo islamista in Siria, lo Stato ebraico che ha annesso il Golan nel 1981 cerca di attirare la fedeltà della comunità. Le manovre di Walid Joumblatt per scongiurare l’abbraccio israeliano e le celebrazioni per la morte del padre.
A dispetto della marea umana e della rappresentanza iraniana di alto livello, i funerali dei due leader del Partito di Dio non sono stati la dimostrazione di forza sperata. In due occasioni quattro caccia israeliani hanno sorvolato Beirut. La leadership politica cristiana, sunnita e drusa si è tenuta lontana dalla cerimonia. Aoun a Teheran: “Libano è stanco della guerra altrui sul proprio territorio”.
Nel ventesimo anniversario dell'assassinio di suo padre, il leader sunnita ha annunciato a Beirut il rientro in politica. Ma le incertezze sul ritiro israeliano e i funerali di Nasrallah fissati per il 23 febbraio avvelenano il clima: incendiato convoglio Unifil, ferito il vice-comandante, un militare nepalese.