In un clima di relativa stabilità il Parlamento libanese si prepara a riunirsi il 9 gennaio con all'ordine del giorno l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Un quadro che resta fragile, vista la determinazione di Hezbollah nel riorganizzare le forze, l’influenza iraniana e le truppe israeliane tuttora presenti. Elementi che minano le istituzioni, la sicurezza dei confini e la ripresa economica.
La denuncia in un lungo rapporto di Article18, Csw, Open Doors e Middle East Concern. Per i migranti un futuro incerto e il rischio, in caso di ritorno in Iran, di abusi e violenze. Nel 2023 il 20% dei richiedenti asilo in Georgia proveniva dalla Repubblica islamica, il 90% fuggiva dopo essersi convertito al cristianesimo.
Ad AsiaNews il prof. Saad Salloum traccia un parallelo fra il rovesciamento del raìs in Iraq e la fuga del dittatore siriano. In entrambi i casi sono serviti 13 anni per la loro cacciata “prosciugando” le risorse attorno al leader. Baghdad deve “adottare misure tangibili per garantire la ripresa della nuova Siria” partendo dalla lotta alla droga. Limitare il ruolo di Turchia e Iran, istituire un fondo per la ricostruzione.
Con la fine del regime degli Assad ci si interroga sulla possibilità di un cambio di governo anche a Teheran, che appare sempre più indebolita. Come spiega ad AsiaNews il prof. Pejman Abdolmohammadi, docente di relazioni internazionali del Medio Oriente all’Università di Trento, nella nuova visione statunitense della regione, gli Houthi e le milizie sciite in Iraq sono i prossimi elementi del cosiddetto "Asse della resistenza" iraniana che potrebbero essere colpiti
Dai docenti agli operai delle raffinerie cresce il malcontento per compensi e condizioni di impiego migliori. Energia ed economia affossano le prospettive di ripresa, in una nazione già segnata dalle sanzioni occidentali. Il costo di beni e servizi essenziali è aumentato anche del 40% negli ultimi mesi. Cresce la pressione sull’amministrazione Pezeshkian.
A dispetto delle politiche di incentivi e sostegni familiari il tasso di natalità è in continuo calo. Entro il 2101 si prospetta una riduzione del 50% e circa la metà degli abitanti “anziani”. La Repubblica islamica mostra uno dei cali di fertilità più rapidi al mondo. Caduti nel vuoto anche gli appelli della guida suprema Ali Khamenei.