Su pressione di Pechino, i ribelli lasciano la capitale dello Stato Shan, nel nord del Myanmar, anche se resteranno attorno alla città. Intanto gli scontri continuano nel resto del Paese: altri gruppi ribelli hanno ottenuto alcune vittorie tra ieri e oggi. Nel frattempo, citando il terremoto, il regime sospende anche i visti turistici.
L’infrastruttura strategica nel sud-ovest rilanciata grazie al sostegno di Pechino. Manet assicura che il Paese non permetterà basi militari straniere, ma apre le porte agli aiuti (e ai fondi) cinesi. Attesa per la visita di Xi Jinping che vuole approfittare del disimpegno Usa e dei dazi di Trump per rilanciarsi come unico partner affidabile per la regione.
L’esecutivo preme per l’approvazione dell’Integrated Entertainment Business Act. Il voto alla Camera il 9 aprile, con precedenza sul terremoto e la crisi dei dazi di Trump. La Conferenza episcopale (Cbct) evidenzia le “numerose potenziali conseguenze negative”. Anche medici e accademici contrari alla norma.
Nella diocesi di Dipolog, nel sud del Paese, Chrisma Bangaoil insieme a un gruppo di volontari ha già costruito 12 piccole chiese nelle aree di montagna più isolate. "Non stiamo realizzando solo edifici; stiamo costruendo la fede in queste periferie".
Il primo ministro malese Anwar Ibrahim ha avviato consultazioni con i leader dell'ASEAN per rispondere alle imposte degli Stati Uniti: "Panorama economico frammentato. Rispondere con una sola voce". La Malaysia - che detiene la presidenza del blocco di nazioni del Sud-est asiatico - preme per un'equità commerciale.
La Cina ha annunciato la sua contromossa sui beni prodotti negli Stati Uniti e nuove restrizioni sull'esportazione delle terre rare. Intanto proprio nel 50.mo della fine della guerra il Vietnam considera “ingiusti” i dazi del 46% imposti dalla Casa Bianca nei suoi confronti, ma apre alla mediazione e non replica con misure analoghe. Intanto però To Lam potrebbe andare a Mosca a maggio per la “Parata della vittoria”.