Una campagna di “buona educazione” per dimostrare che Pechino è una grande metropoli
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Non solo miliardi di dollari spesi per le infrastrutture olimpiche e per rifare interi quartieri. A un anno dalle Olimpiadi 2008, sono in corso campagne di educazione della popolazione, per limitare (almeno per il periodo dei Giochi) l’inquinamento e il traffico congestionato e offrire un’immagine di grande cortesia ed efficienza, degne di una metropoli internazionale e conforme allo status di potenza economica mondiale.
Durante i 17 giorni delle gare, il centro città sarà inibito alla gran parte degli autoveicoli e saranno fermate le fonti di inquinamento anche delle province limitrofe. Funzionari pubblici assicurano che stanno perfezionando un controllo meteorologico, per garantire bel tempo alla cerimonia d’inaugurazione.
C’è grande attenzione ai dettagli: sono in corso vere campagne-educative contro le cattive abitudini come sputare in pubblico, gettare rifiuti per strada, “saltare” le code, imprecare. Il giorno 11 di ogni mese è stato istituito il “giorno della fila”, per insegnare ad attendere in file ordinate. Correggere la diffusa abitudine di “sputare in pubblico” è una vera ossessione per i funzionari. L’Ufficio per il civismo di Pechino ha detto che la frequenza degli sputi è scesa dall’8,4% del 2005 al 4,9% quest’anno, senza peraltro spiegare come sono stati rilevati i dati.
I residenti sono invitati a imparare qualche frase elementare in inglese, specie chi (come poliziotti e tassisti) avrà contatti con i turisti. Prevista una nuova tinteggiatura di palazzi e muri che affacciano sulle vie.
Pechino sta rimpiazzando i piccoli taxi rossi con spaziose berline. Ma molti tassisti vengono dalla periferia e l’intero giorno mangiano, dormono e fumano nel veicolo, riempiendolo di fetore. Così ad aprile il governo municipale ha previsto una multa di due giorni di sospensione dal lavoro per i taxi con cattivo odore. Previsto anche l’obbligo di avere la testa lavata e pulita e il divieto di chiedere mance.
A Pechino la severa censura impedisce la vendita di giornali e libri in lingua estera, disponibili solo presso gli alberghi di lusso frequentati da stranieri. Persino all’aeroporto internazionale di Pechino c’è un unico piccolo negozio che vende solo stampa in cinese. Le Olimpiadi sono l’occasione per rendere disponibile la stampa estera, magari presso gli aeroporti e nelle grandi città, per le esigenze dei molti turisti esteri. Intanto la Cina ha però aumentato la censura, vietando ai media persino di parlare delle contraffazioni alimentari e cacciando vari responsabili di giornali per servizi “sgraditi”.
Zhang Faqiang, vicepresidente del Comitato cinese olimpico, spiega che “i Giochi non sono solo una competizione sportiva, ma anche una preoccupazione per migliorare il civismo della popolazione”.