12/04/2022, 12.52
CINA
Invia ad un amico

Ucraina, campagna web di traduzione smaschera la propaganda di Pechino

di John Ai

I media ufficiali creano un'immagine neutrale e imparziale per il pubblico straniero, mentre le autorità permettono commenti aggressivi e ostili verso Kiev e l’Occidente a livello interno. Censurate le voci critiche della Russia nella blogosfera. Traduttori anonimi sotto attacco da parte del governo.

Roma (AsiaNews) – Una campagna online spontanea per tradurre i media ufficiali cinesi e i discorsi filogovernativi in lingua straniera ha attirato il risentimento delle autorità di Pechino. Da quando l'esercito russo ha invaso l'Ucraina, le voci pro-Mosca sono amplificate sulla blogosfera cinese, mentre i discorsi contro la guerra sono censurati.

L’iniziativa di traduzione decentralizzata e anonima, chiamata anche "il Grande movimento di traduzione", espone le intenzioni della propaganda cinese di Stato: solo le interpretazioni in linea con la narrativa ufficiale sono permesse, compresi discorsi di odio contro l'Occidente e teorie cospirative.

Il web cinese è invaso da commenti nazionalistici che attribuiscono la causa del conflitto tra Russia e Ucraina alla Nato e agli Stati Uniti. Il presidente russo Vladimir Putin è descritto come un eroe che sfida l'egemonia dell'Occidente, mentre chi si esprime contro la guerra è attaccato verbalmente o si vede censurare i propri post. Sono aumentati in modo massiccio anche gli interventi aggressivi che suggeriscono di riunificare Taiwan con la forza.

La campagna di traduzione è partita da una comunità cinese sulla rete social Reddit. Il loro obiettivo è di tradurre i resoconti dei media ufficiali e i post più di tendenza sui social network cinesi: un modo per far conoscere al mondo le tendenze e le opinioni in Cina. Presto l’iniziativa si è estesa ad altri social network come Twitter e Instagram, nel tentativo di esporre la posizione antioccidentale delle autorità cinesi e i discorsi discriminatori. I traduttori anonimi vogliono aiutare i cinesi d'oltremare a liberarsi dalla propaganda di regime, così da integrarsi nelle società dei Paesi dove vivono.

Dopo un mese dal suo lancio, la campagna ha iniziato a diversificare gli argomenti, che vanno dalle teorie cospirative diffuse dalla propaganda ufficiale al caos dei lockdown per il Covid-19 adottati in molte parti della Cina.

I traduttori anti-governativi hanno rivelato ad esempio come i media statali CCTV e Xinhua hanno dato risonanza alla disinformazione della Russia, secondo cui laboratori Usa in Ucraina hanno sviluppato armi biologiche in segreto. Di recente hanno pubblicato foto e video che mostrano la mancanza di cibo e di beni di prima necessità per gli abitanti in isolamento di Shanghai; messe in mostra anche le dure condizioni delle strutture di quarantena gestite dalle autorità.

La campagna online ha raccolto presto sostenitori e volontari abili in diverse lingue. L'account Twitter "The Great Translation Movement" ha oltre 112 mila seguaci. Allo stesso tempo è finita sotto attacco dei media ufficiali cinesi, secondo i quali il movimento seleziona di proposito commenti estremi per "accrescere il sentimento contro la Cina".

Il Global Times ha commentato che la campagna di traduzione è una "farsa". Il giornale governativo cinese dice che il "movimento spontaneo" è sostenuto in realtà da pubblicazioni anti-cinesi come Voice of America e Radio Free Asia, ed è parte della "guerra cognitiva" scatenata da Taiwan, il tutto senza presentare però alcuna prova. Suggerisce anche di coltivare traduttori patriottici per "raccontare la storia della Cina", così da essere la forza principale nella battaglia online.

Il giornalista e scrittore giapponese Akio Yaita fa notare che le autorità cinesi investono molti fondi nella propaganda estera. Puntano a promuovere la cultura tradizionale come l'Opera di Pechino, la calligrafia o a rendere il regime amichevole e amante della pace. All'interno le autorità mantengono però l'educazione all'odio, la diffusione delle minacce ai nemici esterni e sostengono una politica di espansione.

Secondo Yaita, la campagna di traduzione rivela la doppiezza delle autorità cinesi e sta ottenendo risultati inaspettati. Da metà marzo, in diverse province le autorità educative cinesi hanno convocato insegnanti di scuola media e professori universitari per preparare lezioni sulla situazione in Ucraina. Ai docenti è stato ordinato di "cogliere accuratamente la posizione" del conflitto tra Russia e Ucraina e "guidare il pensiero degli studenti". Tali comunicazioni sui siti web di alcune università sono scomparse dopo essere state tradotte in inglese, e hanno scatenato un dibattito sui social network all'estero.

Yaita spiega che dopo che i lettori giapponesi hanno visto tradotte le storie che circolano sui media ufficiali cinesi, hanno capito il vero atteggiamento delle autorità di Pechino e non credono più alla sua propaganda estera. Il giornalista nipponico osserva che tradurre le storie ufficiali cinesi in lingue straniere non viola la legge e che il governo non può rimuovere i post sui siti web stranieri: una tattica saggia per combattere la dittatura.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
La guerra etno-culturale di Mosca
12/04/2022 08:44
Attacco all’Ucraina: dopo i contraccolpi Pechino smorza il sostegno a Mosca
28/02/2022 11:46
Invasione Ucraina, patriarca Kirill: ‘Evitare vittime tra la popolazione pacifica’
25/02/2022 08:52
La fuga dei propagandisti putiniani
18/05/2022 08:57
Invasione Ucraina, l’ingannevole consenso dei russi per Putin
11/04/2022 08:56


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”