Tristezza e perdono per “l’omicidio” di Eluana
Città del Vaticano (AsiaNews/Agenzie) – ''La morte di Eluana non può non lasciarci un'ombra di tristezza per le circostanze in cui è avvenuta. Ma la morte fisica non è mai per il cristiano l'ultima parola. Anche in nome di Eluana continueremo dunque a cercare le vie più efficaci per servire la vita''. È quanto ha detto il p. Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede alla notizia della morte di Eluana Englaro, la donna che da 17 anni viveva in coma vegetativo. La Englaro è morta ieri sera alle 20.10, al quarto giorno dell’interruzione di alimenti e idratazione decisa da un decreto della Corte d'appello e fortemente voluta dal padre della donna. Il decreto e la sua applicazione ha diviso il Paese, fra i fautori del rispetto della legge e della volontà di eutanasia e i difensori del diritto alla vita.
''Ora che Eluana è nella pace – ha proseguito p. Lombardi ai microfoni di Radio Vaticana -, ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile delle vie migliori per accompagnare nel dovuto rispetto del diritto alla vita, nell'amore e nella cura attenta le persone più deboli, quelle che - come ricordava il Papa all'Angelus di domenica - non possono in alcun modo provvedere a se stesse, ma sono totalmente dipendenti dalle cure altrui''.
Anche il card. Lozano Barragan, del Pontificio consiglio per la salute, ha sottolineato che l’importante adesso “è raccomandare al Signore Eluana, affinché le apra le porte del cielo, a lei che ha sofferto tanto in terra". E riferendosi al padre e ai dottori che hanno attuato il protocollo che ha portato alla morte la donna, ha aggiunto: ''Pregherò affinché il Signore … perdoni chi l'ha portata a questo punto. Ed invito tutti a pregare, nello spirito del perdono''.
L’attuazione del protocollo che prevedeva l’interruzione di alimentazione e idratazione alla donna, l’amministrazione di sedativi fino ad “accompagnarla alla morte” aveva spinto nei giorni scorsi il governo italiano a varare un decreto legge dove si vieta per malati terminali e disabili l’interruzione di cibo e acqua, considerati non un “accanimento terapeutico”, ma un’esigenza legata al diritto alla vita. Il presidente italiano Giorgio Napolitano si è rifiutato di firmarlo adducendo motivi legati all’iter costituzionale. Il governo ha poi tentato di votare in tempi rapidissimi un disegno di legge sullo stesso tema. Nel pieno della discussione in senato, è giunta la notizia della morte della Englaro.
Solo ieri, il neurologo scelto dalla famiglia Englaro per seguire questa fase, aveva dichiarato che “Il suo stato fisico è ottimo, resisterà più a lungo della media… Eluana è una donna sana, mai avuto malattie, mai bisogno di un antibiotico. Dal momento della sospensione del cibo alla morte potrebbero passare altri 12-14 giorni”. La rapidità della sua morte ha fatto nascere dei dubbi sull’accelerazione con cui il protocollo è stato applicato. Il card. Barragan ha detto che ''occorre vedere in che circostanze e' avvenuto il decesso'', se per colpa della sospensione ''o per cause diverse''. Il card. Josè Saraiva Martins ha invece affermato: ''E' stato un omicidio….hanno ucciso una persona innocente e incapace di difendersi''.