Tokyo: motel fantasma alza il velo sui migranti irregolari vietnamiti
Nella cittadina di Bando, nella prefettura di Ibaraki, vivevano almeno una ventina uomini e donne in una comunità. Nelle strutture in disuso erano presenti anche un ristorante e un bar karaoke. Sono 600mila i vietnamiti che lavorano in Giappone ma sono anche il gruppo più numeroso tra i quasi 10mila tirocinanti "scomparsi" nel Paese nell'ultimo anno.
Tokyo (AsiaNews) - La prima versione delle autorità è che si trattasse di “persone che non avevano altro luogo in cui andare” e che hanno prolungato la loro permanenza oltre la scadenza del regolare permesso di soggiorno. Almeno questo è quanto ha affermato una fonte vicina agli investigatori, i quali hanno aperto un’indagine in seguito al ritrovamento, avvenuto a inizio anno da parte delle forze di polizia, di un gruppo di 20 uomini e donne di origine vietnamita. Il gruppo è stato individuato dagli agenti durante una perquisizione in alcuni motel abbandonati in una cittadina distante 50 km a nord-est di Tokyo, che vivevano insieme in una sorta di comunità che comprendeva anche un ristorante e un bar karaoke.
Secondo quanto riferisce la polizia, i vietnamiti - che nel frattempo sono stati espulsi - vivevano sparsi in una decina di motel in disuso a Bando, cittadina della prefettura di Ibaraki. Si ritiene che alcuni di loro fossero fuggiti da aziende giapponesi dove lavoravano come stagisti e tirocinanti interni nel settore tecnico. Le strutture ricettive erano in origine di proprietà di una dirigente d’azienda vietnamita di 40 anni, incriminata a fine ottobre con l’accusa di aver favorito il loro soggiorno illegale fornendo loro un alloggio di fortuna.
Secondo una fonte investigativa, la dirigente ha dichiarato alla polizia di aver fornito l’alloggio dopo averne ricevuto “richiesta da un gruppo coinvolto nel business dei soggiorni illegali”. In ogni motel vivevano da due a quattro persone, le quali pagavano per il pernottamento un affitto di 40mila yen (circa 262 dollari) al mese.
Situata lungo il fiume Tone, la cittadina di Bando ha una popolazione di circa 50mila abitanti e la principale fonte di reddito nell’area è la raccolta di ortaggi. A fine ottobre un reporter di Kyodo News ha visitato l’area, caratterizzata da un gruppo di costruzioni a un piano a forma di “U”, con uno degli edifici che recava ancora la vecchia insegna, con la scritta “Ristorante vietnamita”.
Secondo le fonti investigative, la maggior parte dei lavoranti migranti della zona si erano trasferiti in Giappone con la prospettiva di un impiego qualificato nel settore tecnico e con l’obiettivo di “poter guadagnare soldi” nel Paese del Sol Levante. Tuttavia, la gran parte ha lasciato il lavoro in poco tempo a causa dei bassi salari o dopo essere stati aggrediti dai capi e responsabili di reparto; da qui la decisione di trasferirsi nei motel in disuso dopo aver vissuto assieme nella vicina prefettura di Chiba ed essersi scambiati informazioni in merito a questa opportunità attraverso i social media.
In Giappone, numerosi tirocinanti tecnici stranieri sono scomparsi dal loro posto di lavoro a causa di un ambiente inadeguato o caratterizzato da abusi e sfruttamento. Secondo dati del ministero nipponico della Giustizia, solo nel 2023 sono scomparsi ben 9.753 tirocinanti. Suddividendo la classifica per Paese, il Vietnam risulta in vetta alla lista con 5.481 persone, seguito da Myanmar con 1.765 e dalla Cina con 816. Quasi la metà di tutti gli scomparsi erano impegnati in lavori legati all’edilizia, hanno detto le fonti. Una donna che vive vicino ai motel ricorda: “Non riuscivo a dormire a causa dei suoni del karaoke e delle voci che riecheggiavano per tutta la notte”.
Alla fine di ottobre 2023, il numero di lavoratori stranieri nel Paese aveva raggiunto un livello record di 2 milioni. Tuttavia, una serie di fattori fra i quali il cambio sfavorevole e una congiuntura economica di crescente criticità hanno reso il Sol Levante sempre meno attrattivo: in particolare, un calo significativo si registra tra i vietnamiti, che rappresentano il più grande gruppo tra i lavoratori stranieri, con 600mila espatriati che vivono, studiano o lavorano in 47 fra prefetture e città.