16/09/2010, 00.00
CINA
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Prima condanna a Pechino per chi traffica in organi umani

Manca uno specifico reato e i trafficanti sono condannati per “commercio illegale”. Finora le autorità hanno tollerato il fenomeno, o addirittura usato gli organi dei condannati a morte per trapianti .

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Corte distrettuale di Haidian a Pechino ha condannato ieri 7 persone per traffico di organi umani per trapianti, con pene da 2 anni a 7 anni e 8 mesi. Il traffico di organi umani è un grave problema del Paese, con veri e propri “prezzi” per i diversi organi e persone che vengono da tutto il mondo per fare il trapianto in Cina.

E’ la prima condanna per questo reato nel distretto di Pechino. L’accusa è stata di “commerci illegali”, perché la legge cinese non prevede una specifica ipotesi di reato e finora le autorità sono state molto tolleranti.

I responsabili hanno intermediato da uno a 5 organi ciascuno, ricevendo da 100mila a 580mila yuan (da circa 11 mila a 66 mila euro). Oltre al carcere, sono stati anche condannati a multe da 50mila a 200mila yuan (5600-23mila euro). Nel Paese occorrerebbero 1,5 milioni di trapianti ogni anno, ma ci sono circa 10mila organi donati. Per questo è fiorente questo commercio. Il padre di un paziente che ha ricevuto un trapianto di rene ha mandato al tribunale una lettera per chiedere clemenza per il trafficante, al quale aveva pagato un alto prezzo, dicendo che gli ha salvato la vita perché sarebbe stato molto difficile ricevere l’organo di un donatore, per la lunga lista di persone in attesa.

Peraltro il traffico di organi sfrutta la povertà dei “venditori”, mentre i trafficanti si arricchiscono. Secondo dati di circa 3 anni fa, fino a due anni fa, il costo per un trapianto di rene era di 62 mila dollari, per uno di cuore era 140 mila dollari.

Il fenomeno è talmente diffuso che a volte sono state trovate offerte di organi su internet, con tanto di prezzo. Ogni anno migliaia di persone vengono dall’estero per ottenere un trapianto in Cina.

Gruppi per la tutela dei diritti umani accusano Pechino di consentire il commercio di organi di detenuti, ad esempio dei membri del Falun Gong, e addirittura di tenere in vita le migliaia di condannati a morte giustiziati ogni anno, fino a che non c’è richiesta per gli organi del condannato.

Secondo dati ufficiali, fino allo scorso anno, vi sono stati in Cina 86.800 trapianti di reni; 14.643 trapianti di fegato; 882 trapianti di cuore e polmone; più di 220 trapianti di altri organi.

Le autorità carcerarie hanno fatto una smentita solo parziale, dicendo di avere solo adempiuto alla volontà dei condannati che avevano espresso il desiderio di donare i loro organi. A conferma hanno esibito lettere sottoscritte dai condannati,  la cui firma  è peraltro in genere difficile da controllare.

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