24/04/2012, 00.00
COREA DEL NORD – CINA
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Pechino “richiama” Pyongyang, pronta per il terzo test nucleare

di Theresa Kim Hwa-young
Una delegazione nordcoreana vola nella capitale cinese e si incontra con i vertici comunisti: dichiarazioni di amicizia (di prammatica) e aggiornamenti sulla nuova provocazione militare. Che secondo una fonte “è pronta”.

Seoul (AsiaNews) - Il governo cinese e quello nordcoreano sono tornati al tavolo delle trattative dopo il fallimento del lancio del missile Unha-3, la nomina di Kim Jong-un alla segreteria del Partito e l'inusuale attacco di Pechino a Pyongyang, accusata subito dopo il lancio di essere "irresponsabile". Una delegazione del Partito dei lavoratori coreani, guidata dal segretario per gli affari internazionali Kim Yong-il, si è recata infatti con urgenza nella capitale cinese per incontrare Wang Jiarui - capo del Dipartimento internazionale del governo cinese - e il presidente Hu Jintao.

Il leader cinese ha espresso dopo l'incontro la sua "vicinanza" al regime nordcoreano, garantendo un futuro di collaborazione continua. Ma secondo diversi analisti si tratta di frasi di prammatica, pronunciate solo per convenzione: Pechino sarebbe infatti preoccupata dall'escalation militare, e il sostegno cinese al biasimo internazionale dopo il lancio del missile rappresenterebbe un cambio di rotta da parte della Cina.

Una fonte diplomatica a Pechino spiega: "Per il resto del mondo, la Cina si erge come garante della Corea del Nord e si oppone a nuove sanzioni che potrebbero destabilizzarla. Ma Pyongyang sa bene che le è stato dato un ultimo avvertimento e che non deve continuare sulla strada delle provocazioni". Tuttavia, un'altra fonte coreana sostiene che la Corea del Nord ha quasi completato i preparativi per un terzo test nucleare e che può condurlo "presto".

La scorsa settimana la Corea del Nord ha detto di essere pronta a reagire alla condanna della comunità internazionale sul fallito lancio di un razzo questo mese, accrescendo le possibilità che vada avanti con un terzo test nucleare nonostante le sanzioni Onu. Secondo il grande dissidente cinese Wei Jingsheng "a Pechino conviene tenere sotto controllo Pyongyang. È come un cane feroce che tiene al guinzaglio, con cui minaccia il mondo".

 

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