15/09/2008, 00.00
VATICANO
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Papa: il “sorriso di Maria” indica a chi soffre le ragioni della speranza

Benedetto XVI conclude il suo viaggio in Francia celebrando a Lourdes la messa per i malati. La sofferenza “rompe gli equilibri” umani, sopportarla è molto difficile ed a volte arriva a far perdere il senso del valore della vita. Ma la grazia viene a sostegno, da Maria viene la certezza che Gesù è vicino a chi è nel dolore e la forza “di accettare senza paura né amarezza il congedo da questo mondo, nell’ora voluta da Dio”.
Lourdes (AsiaNews) – La dignità del malato, la speranza che non abbandona, come riflesso del “sorriso di Maria”, la capacità di accettare il dolore e di conservare il senso del valore della vita, sapendo che si ha sempre comunque accanto Gesù, il valore della solidarietà. E’ dedicata a coloro che sono i protagonisti dei pellegrinaggi a Lourdes, i sei milioni di persone che vi si recano ogni anno, la messa per i malati con la quale, nel giorno dedicato alla Beata Vergine Addolorata, si conclude oggi la visita di Benedetto XVI in Francia. Al termine della celebrazione, infatti, il Papa riparte per Roma. Un viaggio che ha in bilancio una risposta della gente che ha sorpreso giornali e televisioni, costringendo i media laici d’oltralpe ad interrogarsi sui perché di un’attenzione imprevista.
 
Anche oggi, sulla grande spianata di Lourdes, ci sono decine di migliaia di persone. In primo luogo i malati ed i loro accompagnatori. A loro il Papa parla del “sorriso di Maria”. In esso, dice “si riflette la nostra dignità di figli di Dio, una dignità che non abbandona mai chi è malato. Quel sorriso, vero riflesso della tenerezza di Dio, è la sorgente di una speranza invincibile. Lo sappiamo purtroppo: la sofferenza prolungata rompe gli equilibri meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e giunge a volte a far addirittura disperare del senso e del valore della vita”. “La sofferenza è sempre una straniera”, aggiunge poco dopo. “La sua presenza non è mai addomesticabile. Per questo è difficile sopportarla, e più difficile ancora – come hanno fatto certi grandi testimoni della santità di Cristo – accoglierla come parte integrante della propria vocazione, o accettare, secondo l’espressione di Bernadette, di ‘tutto soffrire in silenzio per piacere a Gesù’”
 
Nella vita “vi sono combattimenti che l’uomo non può sostenere da solo, senza l’aiuto della grazia divina. Quando la parola non sa più trovare espressioni adeguate, s’afferma il bisogno di una presenza amorevole”. E’ allora che si cerca la vicinanza di parenti ed amici ed anche di “coloro che ci sono intimi per il legame della fede. Chi potrebbe esserci più intimo di Cristo e della sua santa Madre, l’Immacolata? Più di chiunque altro, essi sono capaci di comprenderci e di cogliere la durezza del combattimento ingaggiato contro il male e la sofferenza”. “Nel sorriso della Vergine si trova misteriosamente nascosta la forza per proseguire il combattimento contro la malattia e in favore della vita. Presso di lei si trova ugualmente la grazia di accettare senza paura né amarezza il congedo da questo mondo, nell’ora voluta da Dio”.
 
Nel sorriso di Maria, “percepiamo che la nostra unica ricchezza è l’amore che Dio ha per noi e che passa attraverso il cuore di colei che è diventata nostra Madre” ed esso “è una sorgente di acqua viva”, della quale è “umile segno” la sorgente che la Vergine stessa indicò a Bernadette. “Dal suo cuore di credente e di madre sgorga un’acqua viva che purifica e guarisce. Immergendosi nelle piscine di Lourdes, quanti sono coloro che hanno scoperto e sperimentato la dolce maternità della Vergine Maria, attaccandosi a lei per meglio attaccarsi al Signore!”. Che “dispensa la sua salvezza attraverso i Sacramenti e, in modo speciale, alle persone che soffrono di malattie o che sono portatrici di un handicap, attraverso la grazia dell’Unzione degli infermi”. Sacramento che, dopo aver pronunciato l’omelia, il Papa ha impartito ad un gruppo di malati.  “La grazia propria del Sacramento – ha spiegato - consiste nell’accogliere in sé Cristo medico. Cristo tuttavia non è medico alla maniera del mondo. Per guarirci, egli non resta fuori della sofferenza che si sperimenta; la allevia venendo ad abitare in colui che è colpito dalla malattia, per sopportarla e viverla con lui. La presenza di Cristo viene a rompere l’isolamento che il dolore provoca. L’uomo non porta più da solo la sua prova ma, in quanto membro sofferente di Cristo, viene conformato a Lui che si offre al Padre, e in Lui partecipa al parto della nuova creazione”.
 
L’ultimo pensiero del Papa è per quanti, a Lourdes, sono accanto ai malati. “Il servizio di carità che voi rendete – dice loro - è un servizio mariano. Maria vi affida il suo sorriso, affinché diventiate voi stessi, nella fedeltà al Figlio suo, sorgenti di acqua viva. Quello che voi fate, lo fate a nome della Chiesa, di cui Maria è l’immagine più pura. Possiate voi portare il suo sorriso a tutti!”. (FP)
 
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