Papa: Seguire il Signore sulla strada della Croce, rinnovando il modo di pensare
All’Angelus, Benedetto XVI mette in luce la “divergenza” fra “il disegno d’amore del Padre che giunge fino al dono del Figlio Unigenito sulla croce per salvare l’umanità” e “le attese, i desideri, i progetti dei discepoli”. Quando la vita “è orientata solamente al successo sociale, al benessere fisico ed economico, non si ragiona più secondo Dio, ma secondo gli uomini”. I saluti entusiasti dei giovani reduci dalla Gmg.
Castel Gandolfo (AsiaNews) – “Ciascuno di noi sappia seguire il Signore sulla strada della croce e si lasci trasformare dalla grazia divina, rinnovando il modo di pensare ‘per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto’ (Rm 12,2)”. È quanto ha affermato Benedetto XVI a conclusione della sua riflessione prima della preghiera dell’Angelus di oggi insieme ai pellegrini nel cortile di Castel Gandolfo.
La riflessione del papa è stata incentrata su un commento al vangelo della domenica di oggi (Mt, 16,21-27), in cui Gesù annuncia ai discepoli che dovrà soffrire, essere ucciso e poi risuscitare il terzo giorno e Pietro si ribella a quest’idea.
“Appare evidente – ha spiegato Benedetto XVI - la divergenza tra il disegno d’amore del Padre, che giunge fino al dono del Figlio Unigenito sulla croce per salvare l’umanità, e le attese, i desideri, i progetti dei discepoli. E questo contrasto si ripete anche oggi: quando la realizzazione della propria vita è orientata solamente al successo sociale, al benessere fisico ed economico, non si ragiona più secondo Dio, ma secondo gli uomini (v. 23)”.
“Pensare secondo il mondo – ha aggiunto - è mettere da parte Dio, non accettare il suo progetto di amore, quasi impedirgli di compiere il suo sapiente volere. Per questo Gesù dice a Pietro una parola particolarmente dura: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo» (ibid.). Il Signore insegna che «il cammino dei discepoli è un seguire Lui, il Crocifisso. In tutti e tre i Vangeli spiega tuttavia questo seguirlo nel segno della croce … come il cammino del “perdere se stesso”, che è necessario per l’uomo e senza il quale non gli è possibile trovare se stesso» (Gesù di Nazaret, Milano 2007, 333)”.
“Come ai discepoli – ha continuato - così anche a noi Gesù rivolge l’invito: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24). Il cristiano segue il Signore quando accetta con amore la propria croce, che agli occhi del mondo appare una sconfitta e una “perdita della vita” (cfr vv. 25-26), sapendo di non portarla da solo, ma con Gesù, condividendo il suo stesso cammino di donazione. Scrive il Servo di Dio Paolo VI: “Misteriosamente, il Cristo stesso, per sradicare dal cuore dell'uomo il peccato di presunzione e manifestare al Padre un'obbedienza integra e filiale, accetta … di morire su di una croce” (Es. ap. Gaudete in Domino (9 maggio 1975), AAS 67, [1975], 300-301). Accettando volontariamente la morte, Gesù porta la croce di tutti gli uomini e diventa fonte di salvezza per tutta l’umanità.
“Commenta San Cirillo di Gerusalemme: «La croce vittoriosa ha illuminato chi era accecato dall’ignoranza, ha liberato chi era prigioniero del peccato, ha portato la redenzione all’intera umanità» (Catechesis Illuminandorum XIII,1: de Christo crucifixo et sepulto: PG 33, 772 B).
Affidiamo la nostra preghiera alla Vergine Maria e a Sant’Agostino, di cui oggi ricorre la memoria, perché ciascuno di noi sappia seguire il Signore sulla strada della croce e si lasci trasformare dalla grazia divina, rinnovando il modo di pensare «per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2)”.
Dopo la preghiera mariana, i saluti nelle diverse lingue sono durati a lungo: erano presenti molti giovani, reduci dalla Giornata mondiale della gioventù a Madrid, dall’America Latina e dall’Europa, che hanno interrotto spesso il pontefice gridando “Benedetto, Benedetto!” e “Questa è la gioventù del papa!”, gli slogan divenuti famosi soprattutto alla veglia a Madrid, quando a causa di un forte temporale, la veglia è stata interrotta per 20 minuti, riempiti però dall’entusiasmo dei 2 milioni di giovani presenti.
La riflessione del papa è stata incentrata su un commento al vangelo della domenica di oggi (Mt, 16,21-27), in cui Gesù annuncia ai discepoli che dovrà soffrire, essere ucciso e poi risuscitare il terzo giorno e Pietro si ribella a quest’idea.
“Appare evidente – ha spiegato Benedetto XVI - la divergenza tra il disegno d’amore del Padre, che giunge fino al dono del Figlio Unigenito sulla croce per salvare l’umanità, e le attese, i desideri, i progetti dei discepoli. E questo contrasto si ripete anche oggi: quando la realizzazione della propria vita è orientata solamente al successo sociale, al benessere fisico ed economico, non si ragiona più secondo Dio, ma secondo gli uomini (v. 23)”.
“Pensare secondo il mondo – ha aggiunto - è mettere da parte Dio, non accettare il suo progetto di amore, quasi impedirgli di compiere il suo sapiente volere. Per questo Gesù dice a Pietro una parola particolarmente dura: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo» (ibid.). Il Signore insegna che «il cammino dei discepoli è un seguire Lui, il Crocifisso. In tutti e tre i Vangeli spiega tuttavia questo seguirlo nel segno della croce … come il cammino del “perdere se stesso”, che è necessario per l’uomo e senza il quale non gli è possibile trovare se stesso» (Gesù di Nazaret, Milano 2007, 333)”.
“Come ai discepoli – ha continuato - così anche a noi Gesù rivolge l’invito: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24). Il cristiano segue il Signore quando accetta con amore la propria croce, che agli occhi del mondo appare una sconfitta e una “perdita della vita” (cfr vv. 25-26), sapendo di non portarla da solo, ma con Gesù, condividendo il suo stesso cammino di donazione. Scrive il Servo di Dio Paolo VI: “Misteriosamente, il Cristo stesso, per sradicare dal cuore dell'uomo il peccato di presunzione e manifestare al Padre un'obbedienza integra e filiale, accetta … di morire su di una croce” (Es. ap. Gaudete in Domino (9 maggio 1975), AAS 67, [1975], 300-301). Accettando volontariamente la morte, Gesù porta la croce di tutti gli uomini e diventa fonte di salvezza per tutta l’umanità.
“Commenta San Cirillo di Gerusalemme: «La croce vittoriosa ha illuminato chi era accecato dall’ignoranza, ha liberato chi era prigioniero del peccato, ha portato la redenzione all’intera umanità» (Catechesis Illuminandorum XIII,1: de Christo crucifixo et sepulto: PG 33, 772 B).
Affidiamo la nostra preghiera alla Vergine Maria e a Sant’Agostino, di cui oggi ricorre la memoria, perché ciascuno di noi sappia seguire il Signore sulla strada della croce e si lasci trasformare dalla grazia divina, rinnovando il modo di pensare «per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2)”.
Dopo la preghiera mariana, i saluti nelle diverse lingue sono durati a lungo: erano presenti molti giovani, reduci dalla Giornata mondiale della gioventù a Madrid, dall’America Latina e dall’Europa, che hanno interrotto spesso il pontefice gridando “Benedetto, Benedetto!” e “Questa è la gioventù del papa!”, gli slogan divenuti famosi soprattutto alla veglia a Madrid, quando a causa di un forte temporale, la veglia è stata interrotta per 20 minuti, riempiti però dall’entusiasmo dei 2 milioni di giovani presenti.
Vedi anche
Papa ai seminaristi della Gmg: Apostoli con Cristo, compagni di viaggio e servitori degli uomini
20/08/2011
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