Papa: Noi, contemporanei dei pastori davanti alla Madre di Dio e al Bambino
Città del Vaticano (AsiaNews) – Una catechesi tutta “natalizia” quella proclamata da Benedetto XVI oggi alla sua prima Udienza del mercoledì nel 2008. Scostandosi dal programma usuale – in cui egli presenta varie figure di padri della Chiesa dei primi secoli – egli ha dedicato oggi il suo incontro coi pellegrini nell’aula Paolo VI a comprendere la “presenza di Maria nella vita della Chiesa e nella nostra esistenza personale”.
“In questi giorni di festa – ha detto il papa - ci siamo soffermati a contemplare nel presepe la rappresentazione della Natività. Al centro di questa scena troviamo la Vergine Madre che offre Gesù Bambino alla contemplazione di quanti si recano ad adorare il Salvatore: i pastori, la gente povera di Betlemme, i Magi venuti dall’Oriente. Più tardi, nella festa della ‘Presentazione del Signore’, che celebreremo il 2 febbraio, saranno il vecchio Simeone e la profetessa Anna a ricevere dalle mani della Madre il piccolo Bambino e ad adorarlo. La devozione del popolo cristiano ha sempre considerato la nascita di Gesù e la divina maternità di Maria come due aspetti dello stesso mistero dell'incarnazione del Verbo divino e perciò non ha mai considerato la Natività come una cosa del passato. Noi siamo "contemporanei" dei pastori, dei magi, di Simeone e di Anna, e mentre andiamo con loro siamo pieni di gioia, perchè Dio ha voluto essere il Dio con noi ed ha una madre, che è la nostra madre”.
La riflessione del pontefice si è incentrata proprio sul titolo di “Madre di Dio” (Theotokos) dato alla Vergine Maria fin dal III secolo e ufficialmente decretato con il concilio di Efeso (431 d.C.). “Con quel titolo” egli ha spiegato, si sottolinea “che Cristo è Dio ed è realmente nato come uomo da Maria”: si preserva così “la sua unità di vero Dio e di vero uomo”.
Il ragionare del papa ha sapore ecumenico: mostrando il carattere “cristologico” della devozione a Maria Madre di Dio e il suo legame con la fede della Chiesa primitiva, egli risponde in qualche modo a critiche protestanti che spesso irridono il “devozionismo mariano” dei cattolici.
Il pontefice ha anche spiegato che “dal titolo di ‘Madre di Dio’ derivano poi tutti gli altri titoli con cui la Chiesa onora la Madonna”, fra cui anche quello di “Immacolata Concezione” e di “Assunta”. Proprio i dogmi dell’Immacolata e dell’Assunta sono quelli che il mondo ortodosso non accetta perché proclamati quando la Chiesa era già divisa. Ma mostrando il loro legame con il titolo di Theotokos (che gli ortodossi accettano) egli mostra che è possibile anche su questo una comunione più piena.
Tutti questi “titoli” o “privilegi”, ha spiegato Benedetto XVI, “non sono concessi per allontanare Maria da noi, ma al contrario per renderla vicina; infatti, essendo totalmente con Dio, questa Donna è vicinissima a noi e ci aiuta come madre e come sorella”. Proprio guardando a questa “vicinanza”, “durante il Concilio Vaticano II, il 21 novembre 1964, Paolo VI attribuì solennemente a Maria il titolo di ‘Madre della Chiesa’”.
Il papa ha così concluso: “Cari fratelli e sorelle, in questi primi giorni dell'anno, siamo invitati a considerare attentamente l’importanza della presenza di Maria nella vita della Chiesa e nella nostra esistenza personale. Affidiamoci a Lei perchè guidi i nostri passi in questo nuovo periodo di tempo che il Signore ci dona da vivere, e ci aiuti ad essere autentici amici del suo Figlio e così anche coraggiosi artefici del suo Regno nel mondo, Regno della luce e della verità. Buon Anno a tutti! È questo l'augurio che desidero rivolgere a voi qui presenti e ai vostri cari in questa prima Udienza generale del 2008. Che il nuovo anno, iniziato sotto il segno della Vergine Maria, ci faccia sentire più vivamente la sua presenza materna, così che, sostenuti e confortati dalla protezione della Vergine, possiamo contemplare con occhi rinnovati il volto del suo Figlio Gesù e camminare più speditamente sulle vie del bene”.
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