Papa: Lo Spirito Santo anima la Chiesa, cattolica fin dal primo momento
Se la Chiesa fosse il frutto dell’abilità dell’uomo, o della sua capacità organizzativa, “essa già da tempo si sarebbe estinta, così come passa ogni cosa umana”. Lo Spirito è “Creatore”: per questo “il mondo è frutto di un atto di amore di Dio… Dio perciò non è il totalmente Altro, innominabile e oscuro. Dio si rivela, ha un volto, Dio è ragione, Dio è volontà, Dio è amore, Dio è bellezza”. “É bello vivere perché sono amato, ed è la Verità ad amarmi”. Al Regina Caeli, un appello alla pace nel mondo, ricordando un sacerdote martire del nazismo.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “La Chiesa è cattolica fin dal primo momento…. Fin dal primo istante, infatti, lo Spirito Santo l’ha creata come la Chiesa di tutti i popoli” e anche “la Chiesa è una, cattolica e apostolica: questa è la sua vera natura e come tale deve essere riconosciuta. Essa è santa, non grazie alla capacità dei suoi membri, ma perché Dio stesso, con il suo Spirito, la crea e la santifica sempre”; se fosse soltanto un’opera nata da volontà umana, “essa già da tempo si sarebbe estinta, così come passa ogni cosa umana”: sono alcuni dei passi salienti dell’omelia di Benedetto XVI alla messa di Pentecoste celebrata oggi nella basilica di san Pietro, insieme a decine di cardinali e vescovi.
Rimanendo molto legato ai testi della liturgia, il papa ha anzitutto sottolineato che “lo Spirito creatore di tutte le cose, e lo Spirito Santo che Cristo ha fatto discendere dal Padre sulla comunità dei discepoli, sono uno e il medesimo: creazione e redenzione si appartengono reciprocamente e costituiscono, in profondità, un unico mistero d’amore e di salvezza”.
“Lo Spirito Santo – ha continuato - è innanzitutto Spirito Creatore e quindi la Pentecoste è festa della creazione. Per noi cristiani, il mondo è frutto di un atto di amore di Dio, che ha fatto tutte le cose e del quale Egli si rallegra perché è ‘cosa buona’, ‘cosa molto buona’ (cfr Gen 1,1-31). Dio perciò non è il totalmente Altro, innominabile e oscuro. Dio si rivela, ha un volto, Dio è ragione, Dio è volontà, Dio è amore, Dio è bellezza”.
Passando poi alla seconda lettura della messa (1 Cor 12, 3b-7;12-13), egli ha aggiunto: “Lo Spirito Santo è Colui che ci fa riconoscere in Cristo il Signore, e ci fa pronunciare la professione di fede della Chiesa: ‘Gesù è Signore’ (cfr 1 Cor 12,3b). Signore è il titolo attribuito a Dio nell’Antico Testamento, titolo che nella lettura della Bibbia prendeva il posto del suo impronunciabile nome. Il Credo della Chiesa è nient’altro che lo sviluppo di ciò che si dice con questa semplice affermazione: ‘Gesù è Signore’”.
“L’espressione ‘Gesù è Signore’– ha spiegato - si può leggere nei due sensi. Significa: Gesù è Dio, e contemporaneamente: Dio è Gesù. Lo Spirito Santo illumina questa reciprocità: Gesù ha dignità divina, e Dio ha il volto umano di Gesù. Dio si mostra in Gesù e con ciò ci dona la verità su noi stessi. Lasciarsi illuminare nel profondo da questa parola è l’evento della Pentecoste”.
Benedetto XVI si è poi soffermato sul vangelo (Giov. 20,19-23), che “ci offre poi una meravigliosa immagine per chiarire la connessione tra Gesù, lo Spirito Santo e il Padre: lo Spirito Santo è rappresentato come il soffio di Gesù Cristo risorto (cfr Gv 20,22). L’evangelista Giovanni riprende qui un’immagine del racconto della creazione, là dove si dice che Dio soffiò nelle narici dell’uomo un alito di vita (cfr Gen 2,7). Il soffio di Dio è vita. Ora, il Signore soffia nella nostra anima il nuovo alito di vita, lo Spirito Santo, la sua più intima essenza, e in questo modo ci accoglie nella famiglia di Dio. Con il Battesimo e la Cresima ci è fatto questo dono in modo specifico, e con i sacramenti dell’eucaristia e della Penitenza esso si ripete di continuo: il Signore soffia nella nostra anima un alito di vita. Tutti i Sacramenti, ciascuno in maniera propria, comunicano all’uomo la vita divina, grazie allo Spirito Santo che opera in essi”.
Tutto questo ha una radicale considerazione sulla Chiesa: Lo Spirito Santo – ha detto il papa - anima la Chiesa. Essa non deriva dalla volontà umana, dalla riflessione, dall’abilità dell’uomo e dalla sua capacità organizzativa, poiché se così fosse essa già da tempo si sarebbe estinta, così come passa ogni cosa umana. Essa invece è il Corpo di Cristo, animato dallo Spirito Santo”.
E ricordando il racconto della Pentecoste negli Atti degli apostoli (2,1-11), egli ha affermato: “Con questo ci viene detta una cosa molto importante: che la Chiesa è cattolica fin dal primo momento, che la sua universalità non è il frutto dell’inclusione successiva di diverse comunità. Fin dal primo istante, infatti, lo Spirito Santo l’ha creata come la Chiesa di tutti i popoli; essa abbraccia il mondo intero, supera tutte le frontiere di razza, classe, nazione; abbatte tutte le barriere e unisce gli uomini nella professione del Dio uno e trino. Fin dall’inizio la Chiesa è una, cattolica e apostolica: questa è la sua vera natura e come tale deve essere riconosciuta. Essa è santa, non grazie alla capacità dei suoi membri, ma perché Dio stesso, con il suo Spirito, la crea e la santifica sempre”.
“Infine – ha concluso il papa - il Vangelo di oggi ci consegna questa bellissima espressione: ‘I discepoli gioirono al vedere il Signore’ (Gv 20,20). Queste parole sono profondamente umane. L’Amico perduto è di nuovo presente, e chi prima era sconvolto si rallegra. Ma essa dice molto di più. Perché l’Amico perduto non viene da un luogo qualsiasi, bensì dalla notte della morte; ed Egli l’ha attraversata! Egli non è uno qualunque, bensì è l’Amico e insieme Colui che è la Verità che fa vivere gli uomini; e ciò che dona non è una gioia qualsiasi, ma la gioia stessa, dono dello Spirito Santo. Sì, è bello vivere perché sono amato, ed è la Verità ad amarmi. Gioirono i discepoli, vedendo il Signore. Oggi, a Pentecoste, questa espressione è destinata anche a noi, perché nella fede possiamo vederLo; nella fede Egli viene tra di noi e anche a noi mostra le mani e il fianco, e noi ne gioiamo. Perciò vogliamo pregare: Signore, mostrati! Facci il dono della tua presenza, e avremo il dono più bello: la tua gioia. Amen!”.
A mezzogiorno, parlando dalla finestra del suo studio per la recita del Regina Caeli con i pellegrini in piazza san Pietro, Benedetto XVI ha ricordato che domani a Dresda vi sarà la beatificazione di un martire del nazismo, il beato Alois Andritzki, sacerdote e martire all’età di 28 anni.
“Lodiamo il Signore – ha detto il papa - per questo eroico testimone della fede, che si aggiunge alla schiera di quanti hanno dato la vita nel nome di Cristo nei campi di concentramento”.
E ha aggiunto: “Vorrei affidare alla loro intercessione, oggi che è Pentecoste, la causa della pace nel mondo. Possa lo Spirito Santo ispirare coraggiosi propositi di pace e sostenere l’impegno di portarli avanti, affinché il dialogo prevalga sulle armi e il rispetto della dignità dell’uomo superi gli interessi di parte. Lo Spirito, che è vincolo di comunione, raddrizzi i cuori deviati dall’egoismo e aiuti la famiglia umana a riscoprire e custodire con vigilanza la sua fondamentale unità”.
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15/07/2008
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