Papa: In vacanza, o nelle pause di lavoro, leggete qualche libro della Bibbia
Benedetto XVI offre dei “consigli per le vacanze”: leggere i libri poco noti della sacra Scrittura (quello di Tobia, Ester, Rut), o quelli più impegnativi come Giobbe, Qoelet, il Cantico dei Cantici.“Non siamo fatti solo per lavorare, ma anche per pensare, riflettere”, e per “alimentare la conoscenza di Dio e il dialogo con Lui, la preghiera”.
Castel Gandolfo (AsiaNews) – “Cari amici, oggi vorrei suggerire di tenere a portata di mano, durante il periodo estivo o nei momenti di pausa, la santa Bibbia, per gustarla in modo nuovo, leggendo di seguito alcuni suoi Libri, quelli meno conosciuti e anche quelli più noti, come i Vangeli, ma in una lettura continuata”: è il consiglio che Benedetto XVI propone per questo periodo dell’anno, caratterizzato dalle vacanze (per “una parte del mondo”) o dal “lavoro quotidiano”.
Il “consiglio per le vacanze” è stato dato dal pontefice in una cornice insolita: l’entrata del palazzo apostolico a Castel Gandolfo, con i fedeli radunati nella piazza antistante. Dopo la pausa nelle udienze, osservata per una parte del mese di luglio, Benedetto XVI vuole continuare a tenere le udienze in agosto in questa maniera “più breve e familiare”, con i pellegrini radunati a pochi metri di distanza dal trono del pontefice, sottolineando “alcuni aspetti di carattere spirituale e concreto, che mi sembrano utili non solo per chi vive - in una parte del mondo - il periodo delle ferie estive, ma anche per tutti coloro che sono impegnati nel lavoro quotidiano”.
Partendo dal desiderio che spesso molti sentono di leggere libri, egli ha sottolineato che “Ognuno di noi ha bisogno di tempi e spazi di raccoglimento, di meditazione, di calma… Grazie a Dio che è così! Infatti, questa esigenza ci dice che non siamo fatti solo per lavorare, ma anche per pensare, riflettere, oppure semplicemente per seguire con la mente e con il cuore un racconto, una storia in cui immedesimarci, in un certo senso “perderci” per poi ritrovarci arricchiti”.
Invece di accontentarsi di letteratura di evasione, il papa fa “una proposta: perché non scoprire alcuni libri della Bibbia, che normalmente non sono conosciuti? O di cui forse abbiamo ascoltato qualche brano durante la Liturgia, ma che non abbiamo mai letto per intero?”.
Fra le sue letture consigliate egli elenca “il Libro di Tobia, un racconto che contiene un senso molto alto della famiglia e del matrimonio; o il Libro di Ester, in cui la Regina ebrea, con la fede e la preghiera, salva il suo popolo dallo sterminio; o, ancora più breve, il Libro di Rut, una straniera che conosce Dio e sperimenta la sua provvidenza. Questi piccoli libri si possono leggere per intero in un’ora”.
Ma vi sono anche letture più impegnative e “autentici capolavori”: “il Libro di Giobbe, che affronta il grande problema del dolore innocente; il Qoèlet, che colpisce per la sconcertante modernità con cui mette in discussione il senso della vita e del mondo; il Cantico dei Cantici, stupendo poema simbolico dell’amore umano”.
“Come vedete – ha aggiunto - questi sono tutti libri dell’Antico Testamento. E il Nuovo? Certo, il Nuovo Testamento è più conosciuto, e i generi letterari sono meno diversificati. Però, la bellezza di leggere un Vangelo tutto di seguito è da scoprire, come pure gli Atti degli Apostoli, o una delle Lettere”.
“Così facendo – ha concluso il papa - i momenti di distensione possono diventare, oltre che arricchimento culturale, anche nutrimento dello spirito, capace di alimentare la conoscenza di Dio e il dialogo con Lui, la preghiera”.
Il “consiglio per le vacanze” è stato dato dal pontefice in una cornice insolita: l’entrata del palazzo apostolico a Castel Gandolfo, con i fedeli radunati nella piazza antistante. Dopo la pausa nelle udienze, osservata per una parte del mese di luglio, Benedetto XVI vuole continuare a tenere le udienze in agosto in questa maniera “più breve e familiare”, con i pellegrini radunati a pochi metri di distanza dal trono del pontefice, sottolineando “alcuni aspetti di carattere spirituale e concreto, che mi sembrano utili non solo per chi vive - in una parte del mondo - il periodo delle ferie estive, ma anche per tutti coloro che sono impegnati nel lavoro quotidiano”.
Partendo dal desiderio che spesso molti sentono di leggere libri, egli ha sottolineato che “Ognuno di noi ha bisogno di tempi e spazi di raccoglimento, di meditazione, di calma… Grazie a Dio che è così! Infatti, questa esigenza ci dice che non siamo fatti solo per lavorare, ma anche per pensare, riflettere, oppure semplicemente per seguire con la mente e con il cuore un racconto, una storia in cui immedesimarci, in un certo senso “perderci” per poi ritrovarci arricchiti”.
Invece di accontentarsi di letteratura di evasione, il papa fa “una proposta: perché non scoprire alcuni libri della Bibbia, che normalmente non sono conosciuti? O di cui forse abbiamo ascoltato qualche brano durante la Liturgia, ma che non abbiamo mai letto per intero?”.
Fra le sue letture consigliate egli elenca “il Libro di Tobia, un racconto che contiene un senso molto alto della famiglia e del matrimonio; o il Libro di Ester, in cui la Regina ebrea, con la fede e la preghiera, salva il suo popolo dallo sterminio; o, ancora più breve, il Libro di Rut, una straniera che conosce Dio e sperimenta la sua provvidenza. Questi piccoli libri si possono leggere per intero in un’ora”.
Ma vi sono anche letture più impegnative e “autentici capolavori”: “il Libro di Giobbe, che affronta il grande problema del dolore innocente; il Qoèlet, che colpisce per la sconcertante modernità con cui mette in discussione il senso della vita e del mondo; il Cantico dei Cantici, stupendo poema simbolico dell’amore umano”.
“Come vedete – ha aggiunto - questi sono tutti libri dell’Antico Testamento. E il Nuovo? Certo, il Nuovo Testamento è più conosciuto, e i generi letterari sono meno diversificati. Però, la bellezza di leggere un Vangelo tutto di seguito è da scoprire, come pure gli Atti degli Apostoli, o una delle Lettere”.
“Così facendo – ha concluso il papa - i momenti di distensione possono diventare, oltre che arricchimento culturale, anche nutrimento dello spirito, capace di alimentare la conoscenza di Dio e il dialogo con Lui, la preghiera”.
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