26/03/2006, 00.00
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Papa: Il Concistoro vicino ai cristiani perseguitati e uccisi per la fede

Benedetto XVI indica ai cardinali il segno dei martiri e esprime incoraggiamento, solidarietà e preghiera per i cristiani che soffrono restrizioni alla libertà religiosa. Il papa ha scritto a Karzai per salvare la vita al convertito afghano condannato a morte per apostasia dall'Islam.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Benedetto XVI torna a parlare del Concistoro e della "ricchezza spirituale della collegialità" nel "ritrovarsi insieme tra fratelli di diverse provenienze, tutti accomunati dall'unico amore per Cristo e per la sua Chiesa". Ma si sofferma soprattutto su una "provvidenziale coincidenza": il 24 marzo, quando egli ha conferito la berretta cardinalizia a 15 vescovi e arcivescovi, era anche la Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri "che nell'anno trascorso sono caduti sulle frontiere dell'evangelizzazione e del servizio all'uomo in diverse parti della terra". "Il Concistoro – egli ha detto - è stato un'occasione per sentirci più che mai vicini a tutti quei cristiani che soffrono persecuzione a causa della fede. La loro testimonianza, di cui quotidianamente ci giunge notizia, e soprattutto il sacrificio di quanti sono stati uccisi ci è di edificazione e di sprone a un impegno evangelico sempre più sincero e generoso". Il papa ha anche ricordato che il rosso porpora degli abiti cardinalizi, "il colore del sangue", indica "la fedeltà" e la prontezza dei cardinali a diffondere il Vangelo "fino al sacrificio della vita".

Fra i nuovi porporati vi sono Joseph Zen, vescovo di Hong Kong, che ha messo in luce le sofferenze della Chiesa in Cina; Nicholas Cheong, arcivescovo di Seoul e amministratore apostolico di Pyongyang, dove la chiesa è soffocata dal regime di Kim Jong-Il. Nel ricordare le tante chiese perseguitate,  il papa ha aggiunto: "Il mio pensiero si rivolge, in modo particolare, a quelle comunità che vivono nei Paesi dove la libertà religiosa manca o, nonostante la sua affermazione sulla carta, subisce di fatto molteplici restrizioni. Ad esse invio un caloroso incoraggiamento a perseverare nella pazienza e nella carità di Cristo, seme del Regno di Dio che viene, anzi, che è già nel mondo A quanti operano al servizio del Vangelo in tali difficili situazioni, desidero esprimere la più viva solidarietà a nome di tutta la Chiesa, ed insieme assicurare il mio quotidiano ricordo nella preghiera".

A testimonianza di una preoccupazione continua per i perseguitati, proprio ieri la Sala stampa della Santa Sede ha reso noto che Benedetto XVI ha inviato una lettera al presidente afghano Hamid Karzai per chiedere che venga salvata la vita a Abdul Rahman, convertito al cristianesimo dall'Islam, che i tribunali islamici del Paese hanno condannato a morte per apostasia.

Concludendo le sue riflessioni prima della preghiera dell'Angelus, Benedetto XVI ha detto: "La Chiesa avanza nella storia e si diffonde sulla terra, accompagnata da Maria, Regina degli Apostoli. Come nel Cenacolo, la Vergine Santa costituisce sempre per i cristiani la memoria vivente di Gesù. E' lei ad animare la loro preghiera e a sostenerne la speranza. A Lei chiediamo di guidarci nel cammino  quotidiano e di proteggere con speciale predilezione quelle comunità cristiane che versano in condizioni di più grande difficoltà e sofferenza".

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