One Nation, One election: il disegno di legge non passa (per ora)
Nei giorni scorsi erano state presentate due proposte di modifica costituzionale per l'accorpamento delle elezioni che non hanno ricevuto l'approvazione del Parlamento. Il piano prevedeva di tenere le consultazioni generali e quelle dei singoli Stati nello stesso momento: una riduzione della spesa per i sostenitori, tra cui il Bjp, mentre per l'opposizione questo sistema oscurerebbe il ruolo dei partiti regionali.
New Delhi (AsiaNews) - La Lok Sabha, la Camera bassa del parlamento indiano, ha bocciato due disegni di legge per cambiare la Costituzione e permettere così l’attuazione del piano “One nation, one election”, promosso dal primo ministro Narendra Modi e dal suo partito, il Bharatiya Janata Party (BJP). Il 17 dicembre, nonostante 269 voti a favore e 198 contrari (per l’approvazione delle modifiche costituzionali serve la maggioranza qualificata), le proposte non sono passate.
Il progetto “One nation, one election” prevede lo svolgimento simultaneo delle elezioni nazionali e statali. Attualmente, l’India è governata con tempistiche elettorali distinte: ogni cinque anni si tengono elezioni generali per scegliere i membri del Parlamento, elezioni statali per i deputati delle Assemblee legislative dei singoli Stati ed elezioni locali per i consiglieri nelle zone rurali e urbane. L’obiettivo del piano è mantenere l’arco temporale di cinque anni ma svolgendo tutte le elezioni in un’unica data.
Nel marzo 2024, una commissione ad hoc presieduta dall’ex presidente Ram Nath Kovind aveva pubblicato un rapporto approfondito sulle implicazioni economiche e sociali del piano. Secondo il BJP e il premier Modi, la proposta ridurrebbe drasticamente i costi elettorali, portando a un incremento del prodotto interno loro dell’1,5%. I critici, al contrario, sottolineano che le elezioni simultanee comporterebbero costi ancora più elevati: con 900 milioni di elettori, l’India dovrebbe acquistare nuove macchine per il voto, assumere ulteriore personale di sicurezza e funzionari elettorali. Secondo un rapporto del dipartimento di Legge e Giustizia pubblicato nel 2015, i costi stimati per svolgere le elezioni in un’unica data si aggirerebbero intorno ai 92,84 miliardi di rupie, più del doppio rispetto all’attuale spesa di 45 miliardi (per le elezioni generali e statali).
Ad agosto, il premier Modi aveva inoltre dichiarato che le elezioni frequenti ostacolano il progresso della nazione. "Con le elezioni che si tengono ogni tre-sei mesi, qualsiasi piano di sviluppo è vincolato ai risultati elettorali.” I sostenitori del ‘One nation, one election’ citano, in particolare, i programmi di welfare, rallentati negli ultimi anni proprio a causa delle elezioni. Una governance più continuativa permettere uno sviluppo più rapido del Paese.
I partiti dell’opposizione, guidati dal Congress, hanno definito “antidemocratico” e “anticostituzionale”, il piano “One nation, one election”, considerandolo un rischio per la struttura federale dell’India. Secondo il Congress, il piano favorirebbe i partiti nazionali a scapito di quelli regionali, accentrando il potere nelle mani del governo centrale e indebolendo l’autonomia dei singoli Stati.
Il sistema delle elezioni simultanee non è nuovo in India: venne adottato dal 1951 al 1967, finché lo scioglimento di alcune Assemblee legislative statali non portò all’adozione delle elezioni separate. La reintroduzione di questo sistema è stata oggetto di dibattito per decenni: in passato il piano era stato propostodalla Commissione elettorale nel 1983, dalla Commissione legislativa nel 1999 e dal think tank governativo Niti Aayogh nel 2017.
A seguito del mancato consenso alla Lok Sabha, i disegni di legge saranno inviati ad una commissione parlamentare congiunta per una “consultazione più ampia.” La commissione, composta da 31 membri della Lok e Rajya Sabha (le due Camere del parlamento), esaminerà le due proposte e presenterà un rapporto entro 90 giorni nel tentativo di superare l’attuale impasse.
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