Oltre 700 fedeli per la prima messa in latino a Iloilo City
di Santosh Digal
Questa settimana la parrocchia di Mandurriao ha celebrato la prima funzione eucaristica in latino da più di 30 anni. I partecipanti si dicono “ispirati spiritualmente”. A celebrare mons. Tuvilla, che per l’omelia usa il dialetto locale, hiligaynon.
Iloilo City (AsiaNews) – Per la prima volta dopo oltre 30 anni i cattolici di Iloilo City hanno partecipato alla messa in latino. Più di 700 fedeli hanno seguito la funzione nella parrocchia di Mandurriao questa settimana. È stata la prima “messa tridentina” celebrata sull’isola da quando il Concilio Vaticano II decise di introdurre la messa in lingua locale.
Maria Legarda, 56 anni - membro del consiglio pastorale della parrocchia per il voto responsabile - ricorda che l’ultima volta che ha preso parte ad una messa in latino risale a dopo la II Guerra Mondiale. “Capiamo il latino perché lo abbiamo imparato ed eravamo abituati ad utilizzarlo – dice la donna – celebrare la messa tradizionale ci ispira spiritualmente”.
A celebrare la funzione, mons. Juanito Ma. Tuvilla, p. Oscar Andrada, p. Winifredo Losaria e p. Renato Cuadras. I sacerdoti hanno parlato in latino tranne che nell’omelia, per la quale mons. Tuvilla ha usato il dialetto locale, hiligaynon. In questa occasione è stato spiegato che celebrare in latino non esclude l’uso della lingua corrente: “Qualunque lingua si utilizzi, gli elementi del rito, iniziato più di 2000 anni fa, rimangono sempre qui, gli stessi”.
P. Celis chiarisce che la scelta della messa in latino è una risposta al motu proprio “Summorum Pontificum” del luglio scorso, “sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970”. La norma, stabilita da Benedetto XVI, ha conferito piena cittadinanza alla messa cosiddetta tridentina, con le spalle ai fedeli e a tutte le altre formule “antiche” che erano state sostituite, ma non abrogate, dal messale di Paolo VI, il quale aveva accolto le indicazioni del Concilio Vaticano II in materia liturgica.
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