Mindanao, le organizzazioni per le donne chiedono che non si parli inglese
Spesso utilizzata come lingua franca dalle varie etnie dell'isola non è capita da tutti a causa dei bassi livelli di istruzione. È per questo che alcune associazioni hanno chiesto ai politici locali di non utilizzarla per permettere una partecipazione più attiva della popolazione femminile e musulmana. Il tasso di alfabetizzazione è del 70% e ostacola il processo di integrazione.
Manila (AsiaNews) – Ad ostacolare il processo di integrazione e pacificazione di Mindanao c’è anche la conoscenza dell’inglese, utilizzata come lingua franca dalle diverse comunità dell’isola filippina, ma di cui solo una parte degli abitanti ne ha una conoscenza adeguata. Il rischio di una mancata comprensione è che le differenze etniche vengano accentuate anziché ridotte, soprattutto in un contesto “sensibile” come l’estremità meridionale del Paese.
Il problema è stato sollevato in questi giorni da alcune organizzazioni di donne nella Regione autonoma Bangsamoro di Mindanao musulmana (Bangsamoro Autonomous Region in Muslim Mindanao, Barmm) che, sottolineando la scarsa alfabetizzazione delle donne in particolare, hanno chiesto ai parlamentari locali di non parlare inglese nei loro incontri con la popolazione locale e utilizzare con estrema parsimonia termini tecnici di difficile comprensione nella preparazione di nuove leggi di indirizzo per le elezioni regionali.
A Mindanao l’istruzione fatica a portarsi a livelli ottimali, con un tasso di alfabetizzazione attorno al 70%, inferiore di oltre il 20% al dato nazionale, e che per i musulmani si abbassa ancora di più.
Iniziative come la Bangsamoro Women Commission hanno sottolineato che “per quanto possa essere triste, molte delle nostre donne non comprendono facilmente l’inglese e per questo non partecipano”. Altre associazioni, come la Mindanao Organization for Social and Economic Progress e la Asia Foundation, da tempo collaborano con la Bangsamoro Women Commission per sostenere un progetto di comunicazione che coinvolga la componente femminile della popolazione attraverso appositi canali informativi, con l’obiettivo di aumentare la partecipazione attiva nei settori che più le coinvolgono e promuovere in modo concreto i loro interessi e diritti.
Nell’isola di Mindanao vive una popolazione di 27 milioni di persone caratterizzata da una grande varietà etnica e linguistica, e dalla presenza di tradizioni religiose animiste che nel tempo hanno lasciato spazio all’islam e al cristianesimo. Quest’ultimo nel tempo è diventato maggioritario, anche a ragione di una consistente immigrazione da altre aree, ma è a Mindanao che si concentra la popolazione musulmana dell’arcipelago filippino, composta in totale dal 6% degli abitanti. Da anni è in corso un processo di pace per mettere fine una per tutte all’insurrezione islamica iniziata alla fine degli anni ’60 tra il governo filippino e i ribelli di etnia moro. Ancora oggi le tensioni sono alimentate da interessi politici ed economici, oltre che dall’estremismo religioso, mentre l’obiettivo del processo di integrazione è creare opportunità e benessere condiviso anche per la popolazione musulmana.