Marcos firma la legge: rinviate a ottobre le elezioni del Bangsamoro
Il primo voto nella regione autonoma a maggioranza musulmana di Mindanao a lungo insanguinata dalla guerra era previsto in origine il 12 maggio, in concomitanza con la tornata nazionale. I fondi necessari per le elezioni nel Barmm e le procedure sul deposito delle candidature fra i nodi irrisolti. In aumento le violenze nella regione.
Manila (AsiaNews) - Il presidente Ferdinand Marcos Jr. ha firmato la legge che rinvia le elezioni parlamentari della Regione Autonoma del Bangsamoro di Mindanao Musulmano (Barmm), spegnendo - almeno per il momento - le speranze di un voto a lungo atteso nel martoriato sud dell’arcipelago filippino. A darne notizie oggi il presidente della Commissione per le elezioni (Comelec) George Erwin Garcia, con una dichiarazione diffusa a margine della conferenza stampa per la firma di un accordo su centri commerciali e società di telecomunicazioni per le prossime elezioni di metà mandato.
Secondo quanto riferisce il sito di informazione Rappler, rilanciando comunicazioni ufficiali del Malacañang (il palazzo presidenziale), Marcos Jr. ha firmato convertendo in legge la disposizione che rinvia le elezioni parlamentari della regione autonoma di Bangsamoro. Si tratta del Republic Act n. 12123, il quale stabilisce che il voto Barmm previsto in origine per 12 maggio 2025 slitterà al 13 ottobre. La decisione è stata ratificata e approvata all’interno del rapporto redatto dalla Commissione della conferenza bicamerale dal Senato. Viene così separata la tornata locale del Bangsamoro dal resto del Paese, al voto il 12 maggio per le elezioni nazionali e locali. Tuttavia, chiarisce il testo, “le successive elezioni si terranno e saranno sincronizzate con le elezioni nazionali del 2028 e successivamente ogni tre anni”.
Anticipando l’approvazione della legge, Garcia ha detto che la commissione deve valutare “la formulazione precisa del testo normativo” e confermare le tempistiche. Fra le questioni ancora oggi irrisolte i fondi necessari per lo svolgimento delle elezioni parlamentari di Bangsamoro e le procedure per il deposito e la validazione dei certificati relativi alle candidature.
Secondo Garcia, i tempi risultano “stretti” anche in base alla nuova data, perché le schede elettorali andranno stampate entro luglio o agosto e la spedizione del materiale usato per il voto deve essere concluso entro il mese di settembre, per procedere con l’apertura delle urne il 13 ottobre. Per gli ulteriori dettagli si attende la pubblicazione della legge ufficiale con la firma del presidente Marcos. Di recente, lo stesso Fronte Islamico di Liberazione Moro (Milf), che guida il governo autonomo, ha detto che un rinvio avrebbe permesso una migliore preparazione.
Nel febbraio 2019 l’allora presidente Rodrigo Duterte aveva affidato la guida della nuova Regione autonoma di Bangsamoro nel Mindanao musulmano (Barmm) ad Al Hajj Murad Ebrahim, leader Milf, il quale ha assunto la carica di chief minister ad interim. Da quel momento i ribelli - che per decenni hanno combattuto una sanguinosa battaglia per l’autonomia, con150mila morti dagli Anni ’70 - si sono fatti garanti di pace e stabilità nel territorio a maggioranza islamica dell’isola di Mindanao. La Barmm è nata dopo la ratifica della Bangsamoro organic law (Bol), prodotto dei negoziati tra Manila e Milf e lo stesso Murad ha guidato gli 80 componenti della Bta, che ha governato le cinque province della regione fino all’elezione dei membri del suo Parlamento.
Articolato in due votazioni (21 gennaio e 6 febbraio 2019), un referendum ha sancito che la nuova regione è composta dalle province di Lanao del Sur, Maguindanao, Basilan, Sulu e Tawi-Tawi, nonché dalle città di Marawi, Lamitan, Cotabato e 63 villaggi di North Cotabato. Tuttavia, le divisioni sono emerse sin dall’inizio: la scelta del Milf, espressione del gruppo etnico dei Maguindanao, a guida della triennale fase di transizione politica ha alimentato il malcontento delle altre etnie islamiche, come i Tausug, che hanno dichiarato di preferire l’assetto federale, ed i Maranao. Vi sono poi i timori dei cristiani, soprattutto in materia di libertà religiosa anche se poi i leader cattolici hanno poi espresso sostegno al progetto autonomista, definendo la Bol “ultima occasione concreta per una pace giusta e durevole a Mindanao”. Il Parlamento della nuova regione autonoma avrà 40 seggi per i rappresentanti dei partiti regionali, oltre a 32 seggi per i rappresentanti distrettuali e altri otto per i rappresentanti settoriali.
Infine, dalla regione emerge un ulteriore fattore di preoccupazione: secondo il Council for Climate and Conflict Action Asia (Ccaa), infatti, i conflitti nella regione autonoma sono aumentati del 24% toccando quota 2.570 incidenti nel 2024, il dato peggiore in sette anni ed evidenziando un crescente modello di instabilità. “La violenza - afferma Phoebe Dominique M. Adorabile, studiosa del Ccaa - nella regione è in costante aumento dal 2021 e non mostra alcun segno di rallentamento. La traiettoria verso l’alto dovrebbe continuare senza azioni significative intraprese per affrontare le armi illecite e rafforzare la governance”.