Le statistiche positive di Pechino e quelle negative della HSBC
Pechino (AsiaNews) - L'Ufficio nazionale di statistiche in Cina ha diffuso due giorni fa i dati della produzione manifatturiera (PMI) di marzo, mostrando un valore positivo in rialzo. In compenso, il PMI calcolato dalla HSBC Holdings Plc e da Marit Economics mostra una riduzione del settore e una caduta delle esportazioni.
Le statistiche ufficiali affermano che il PMI è salito a 53,1, il valore più alto in un anno. Invece, quello della HSBC è di 48,3, in discesa rispetto a febbraio, con il 49,6. Un PMI al di sotto di 50 indica una contrazione dell'attività manifatturiera; uno superiore indica che tale attività è in espansione.
Secondo gli analisti, la discrepanza nelle cifre è forse dovuta al fatto che l'Ufficio di statistiche si basa su dati delle grandi industrie; quello in negativo si basa invece anche sui dati dalle piccole e medie imprese, che in Cina stanno soffocando per la mancanza di crediti.
Un altro fatto da considerare è che i dati dell'Ufficio nazionale si basa pure sulle cifre fornite dai governi provinciali i quali, per motivi politici o di carriera, gonfiano le cifre e gli investimenti. Alcuni grandi businessmen cinesi hanno rivelato ad AsiaNews che nei mesi scorsi sono stati invitati a dichiarare "l'intenzione" di nuovi investimenti nel settore manifatturiero, solo per gonfiare le statistiche.
In realtà, quest'anno per la prima volta dal 1989, la Cina ha segnato il suo deficit più alto nella bilancia dei pagamenti e l'indice della borsa di Shanghai continua a declinare. Esso ha perso il 9% dal suo valore più alto raggiunto il 27 febbraio. Il mercato delle proprietà e delle case, che negli anni passati era cresciuto in modo smisurato, soffre ora di un calo nelle vendite. I prezzi di nuovi appartamenti sono scesi in 47 città su 70 e il blocco del mercato edilizio ha ridotto la produzione di cemento e di acciaio. Nel 2011, la Maanshan Iron & Steel, una delle più grandi industrie del settore, ha visto i suoi profitti crollare del 94%.
Secondo la HSBC, "la produzione industriale si è ridotta soprattutto a causa della riduzione della domanda interna ed estera. I nuovi ordini sono in veloce discesa per tutto il 2012 e le nuove esportazioni si sono ridotte per il secondo mese consecutivo".
Michael Pettis, professore di amministrazione all'università di Pechino, indica anche un altro problema: "per la prima volta, dai tempi della crisi asiatica [del 1997], vediamo una fuga di capitali dalla Cina, dallo scorso ottobre. I soldi stanno abbandonando il sistema e vi è una riduzione degli investimenti nelle piccole e medie imprese". Questo, a sua volta, porta all'incremento della disoccupazione.
Agli inizi di marzo, il premier Wen Jiabao ha previsto una crescita del 7,5%, il più basso dal 1990, e ha promesso di potenziare la domanda interna. Anche il vice-premier Li Keqiang ha promesso la stessa cosa. Parlando oggi al Boao Forum, sull'isola di Hainan, egli ha affermato che la priorità più alta per la Cina è di aumentare la domanda interna e mantenere la crescita economica a livelli relativamente forti. Li ha anche detto che la Cina rafforzerà i rapporti bilaterali e trilaterali e aumenterà le zone di mercato libero.