La storia infinita della metropolitana di Astana
Il sindaco della capitale kazaka ha annunciato per l'estate l'apertuta della linea di trasposto lggero su rotaia divenuto in dieci anni di progetti inconcludenti un monumento alla corruzione nel Paese. Ma restano ignoti i costi definitivi e i meccanismi di pagamento.
Astana (AsiaNews) - La storia infinita della costruzione ad Astana, la capitale del Kazakistan, della Lrt, la Legko Reilsovyj Transport (Trasporto Leggero su Rotaia), sembra che stia arrivando al suo epilogo, come afferma l’akim (sindaco) della capitale. Per oltre 10 anni il progetto ha compiuto il percorso da sogno ambizioso del presidente, fino allo scandalo di corruzione che ha fatto venire il mal di testa a tutti gli abitanti del Paese, rovesciandosi come un macigno sull’intero bilancio statale.
Fondata nel 1830 come Akmolinsk, la città situata al centro dell’immenso territorio kazaco, con un settentrione molto russofono e poco abitato e un meridione molto asiatico e popoloso, nel 1961 assunse la denominazione sovietica di Tselinograd, per tornare nel 1992 come Akmola, e rinominata Astana nel 1997, quando divenne capitale al posto di Almaty, la principale metropoli del Paese. Nel 2019 fu nuovamente modificata come Nur-Sultan, in omaggio all’eterno presidente Nursultan Nazarbaev, poi tornata Astana con la decadenza della stella presidenziale.
Fin dall’inizio della nuova vita post-sovietica, la città che oggi conta più di un milione e 300 mila abitanti ha deciso di dotarsi di un sistema avanzato di trasporti pubblici, ma il piano della metropolitana leggera e tangenziale automobilistica Lrt è stato annunciato soltanto nel 2005, per imposizione di Nazarbaev. Solo nel 2011 è stata costituita l’apposita compagnia Astana Lrt, che a luglio di quell’anno organizzò la cerimonia della posa della prima capsula, ma i lavori in realtà non ebbero inizio. Il progetto venne sospeso nel 2013 per i suoi costi eccessivi, proponendo di aprire una linea circolare di autobus, ma nel 2015 il governo concluse un accordo con un consorzio cinese, riprendendo il piano che iniziò formalmente nel 2017.
Ben presto l’affare si trasformò nella più vasta fossa di corruzione della storia del Paese, i cui rifiuti non sono stati ancora smaltiti. La cronologia degli scandali è lunga e complessa, e a gennaio del 2022, dopo i tragici fatti delle rivolte del Kantar, il nuovo presidente Kasym-Žomart Tokaev decise di inaugurare la “stagione della trasparenza del Kazakistan”, iniziando proprio dalla denuncia delle malefatte intorno all’Lrt. Egli affermò che “questa vicenda non solo preoccupa, ma fa proprio arrabbiare”, ma che non era possibile fermarla, a causa delle grandi perdite che ne sarebbero conseguite. Vennero quindi assunti architetti e urbanisti stranieri al posto di quelli nazionali, per evitare ulteriori imbrogli e macchinazioni.
Il progetto Lrt da allora è diventato un meme nazionale, chiamato il “monumento alla corruzione”, e i comici, blogger e attori di Stand-Up lo utilizzano regolarmente per le loro battute ed esibizioni. Sulla questione intervengono regolarmente giornalisti, politici ed imprenditori. Un oligarca kazaco, il presidente del BI Group Ajdyn Rakhimbaev, aveva affermato che avrebbe smontato tutte le inutili strutture già allestite a sue spese, se glielo avessero concesso, ma quando gli hanno presentato il conto dell’operazione, ha ritirato immediatamente la proposta.
La compagnia di costruzioni è stata ristrutturata e a sua volta rinominata come Cts, City Transportation Systems, mantenendo peraltro lo stesso personale, in un’operazione di puro rebranding. I lavori sono ripresi con una serie di sfortune e incidenti, come se avesse addosso una vera maledizione, e l’apertura delle prime tratte per le automobili si è trasformata in una pista di autoscontri, con un impressionante numero di morti e feriti.
Ora l’akim Ženis Kasymbek riassume queste tragiche vicende come “situazioni inevitabili nella fase di costruzione, quando i tempi si allungano troppo e si coinvolgono troppe persone”. I costi definitivi e i meccanismi di pagamento verranno resi noti in estate, dopo l’inaugurazione definitiva della Lrt, che si estende per oltre 22 km e prevede 18 stazioni della metropolitana, passando per i luoghi più importanti della metropoli con una ventina di treni, che si spera non si abbattano sulla moschea centrale, o sul palazzo del governo.
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