10/04/2025, 10.27
MALAYSIA
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La Malaysia vuole 2,7 miliardi di dollari l'anno dal turismo medico entro il 2030

Il settore è in rapida crescita nel Paese. La maggior parte dei pazienti provengono dall'indonesia, ma Kuala Lumpur ambisce a diventare un hub medico globale sfidando la Thailandia nel Sud-est asiatico. Per farlo punta a ottimizzare i servizi, snellendo l’immigrazione e investendo in partnership internazionali.

Penang (AsiaNews/Agenzie) - Ci sono 5 voli al giorno che in meno di un’ora collegano Medan, Indonesia, a Penang, Malaysia ad un costo irrisorio. All’uscita dall’aeroporto di Penang, un servizio navetta accompagna direttamente all’ospedale. Per i pazienti indonesiani orientarsi è semplice: le lingue indonesiana e malese sono molto simili. le indicazioni delle farmacie riportano comunque entrambe le versioni: “apotik” in indonesiano e “farmasi” in malese.

Almeno un milione di indonesiani cerca cure mediche all’estero generando un totale di perdite stimato intorno ai 10,6 miliardi di dollari al Paese di provenienza. 

Il flusso di indonesiani diretti verso le cliniche private malesi è parte della strategia economica del Paese: generare 2,7 miliardi di dollari di entrate annue dal turismo medico entro il 2030. La valutazione dello stesso business si è attestata intorno ai 500 milioni dollari nel 2024. L’obiettivo è ambizioso, ma la Malaysia potrebbe essere sulla giusta strada per raggiungerlo.

I benefici di questa strategia sono ampi. Il turismo medico, infatti, porta con sé una serie di altri profitti collegati. Per esempio, i turisti medici non viaggiano soli: portano la famiglia, soggiornano negli hotel e contribuiscono all’intera ricca catena turistica. 

Penang e Melaka sono per ora gli hub principali, ma il fenomeno è diffuso e il Paese si sta preparando aumentando la capacità dei posti letto, velocizzando i controlli all’immigrazione e creando nuovi collegamenti: a Batu Pahat è stato da poco lanciato un servizio di traghetti che la collegano con l’Indonesia. 

Il sistema sanitario malese esercita un’attrazione crescente sui cittadini indonesiani. La vicinanza geografica tra i due Paesi gioca senz’altro un ruolo strategico, ma non basta a spiegare da sola un flusso così consistente. Il sistema sanitario indonesiano, infatti, è lontano dal potersi dire efficiente e la Malaysia ne ha approfittato individuandone le carenze e creando un’alternativa migliore a pochi km di distanza. 

I cittadini indonesiani lamentano un servizio lento in un settore in cui la rapidità d’azione è determinante, se non essenziale. La causa si attribuisce ad una carenza di medici di cui l’Indonesia è al corrente, come testimoniano alcune dichiarazioni pubbliche dell’ex presidente Joko Widodo.

Secondo gli standard dell’OMS il rapporto tra il paziente e la presenza di un medico ideale è di 1:1000, DKR Jakarta - l’intera area metropolitana della capitale - è in grado di fornire solo 18.637 medici specialisti con un rapporto di 1:1668; osservando i dati del Ministero della Salute, sui 36 distretti presi in considerazione nessuno di questi soddisfa i requisiti richiesti. La situazione peggiora nelle aree lontane dalle grandi città, i tempi d’attesa si allungano e la qualità dell’assistenza medica si abbassa ulteriormente. Per un servizio di qualità gli abitanti di Medan dovrebbero prendere un volo di due ore, spostarsi fino a Jakarta, sopportare la lunga attesa, l’inefficienza del servizio e i costi elevati. A meno di un’ora di volo, invece, la Malaysia offre un’alternativa più rapida, organizzata e accessibile.

Per raggiungere quell’obiettivo - 2,7 miliardi di dollari entro il 2030 - il Paese deve riuscire ad attrarre una fetta di mercato più ampia della sola Indonesia, competendo con la Thailandia - leader nel settore del turismo medico nell’ASEAN - e cercando di attirare anche i cittadini di paesi più lontani. 

Tra le strategie utilizzate per rendere i propri servizi medici il più attraenti possibile, la Malaysia ha puntato al mantenimento dei costi bassi e a facilitare le procedure di immigrazione: la lista dei Paesi esenti dall’obbligo di visto per un soggiorno limitato è lunghissima, tra questi: Stati Uniti, Europa, India e Cina. 

Facilitare gli ingressi però non è sufficiente, nell’ambito del turismo sanitario è fondamentale rafforzare la propria reputazione internazionale. Per questo, KPJ Healthcare, una società di servizi sanitari privati malese, ha annunciato una collaborazione con Mayo Clinic: un’istituzione statunitense rinomata per la pratica e la ricerca medica, dimostrando così il suo impegno ad elevare gli standard sanitari. L’accreditamento internazionale funziona come una garanzia e trasmette fiducia: un rapporto della Medical Tourism Association di quest'anno ha mostrato che la fiducia influenza il 97% delle decisioni dei pazienti di perseguire l'assistenza sanitaria all'estero. Inoltre, lo stesso studio, ha osservato che mentre  qualità e fiducia dominano le decisioni dei pazienti, il 28,8% degli intervistati ha dichiarato di essere influenzato anche dai costi. Qui sta l’ennesimo punto di forza del sistema malese: è economico, un paziente statunitense potrebbe risparmiare fino all’80% decidendo di curarsi in Malaysia.

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