Kim Jong-un chiede scusa per l’uccisione del civile sudcoreano
Il funzionario del ministero della Pesca di Seoul è stato ucciso dalle forze di frontiera di Pyongyang: per l’emergenza Covid-19, esse hanno l’ordine di “sparare per uccidere” a chi tenta di sconfinare. Le scuse inviate tramite una lettera al presidente del Sud Moon Jae-in: un caso raro nella tormentata storia tra i due Paesi in conflitto.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Kim Jong-un si è scusato per l’uccisione nei giorni scorsi di un civile sudcoreano nelle acque territoriali della Corea del Nord. Lo ha dichiarato stamane Suh Hoon, direttore dell’Ufficio per la sicurezza nazionale della Corea del Sud.
Ieri Seoul aveva rivelato che un funzionario del dicastero degli Oceani e della pesca è stato ucciso dai soldati di frontiera nordcoreani. L’uomo, 47 anni, si trovava a bordo di un’imbarcazione che ispezionava le acque nei pressi dell’isola di Yeonpyeong, nel Mar Giallo. Le autorità sudcoreane sospettano che egli abbia tentato di disertare al Nord, nuotando aggrappato a un salvagente verso il confine.
Per stessa ammissione di Pyongyang, le forze speciali nordcoreane hanno intercettato il cittadino del Sud mentre sconfinava via mare. Dopo aver rifiutato di fornire le proprie generalità e tentato di scappare, egli è stato freddato con 10 colpi d’arma da fuoco in base alla normativa anti-Covid-19, che obbliga i militari del Nord a “sparare per uccidere” chiunque prova a infiltrarsi nel Paese. I nordcoreani hanno smentito però la versione di Seoul secondo cui il corpo del funzionario è stato bruciato e poi gettato in mare: essi avrebbero dato alle fiamme solo il “materiale galleggiante” usato dalla vittima.
È raro che il regime di Pyongyang faccia ammenda per gli incidenti con la Corea del Sud. Kim ha inviato le sue scuse al presidente sudcoreano Moon Jae-in tramite una lettera personale, dicendosi “dispiaciuto” per l’accaduto e per aver "deluso" lui e il popolo del Sud.
Le due Coree sono tecnicamente in guerra; Nord e Sud non hanno mai firmato un trattato di pace al termine del conflitto che li ha visti contrapposti dal 1950 al 1953. Negli ultimi mesi la tensione tra le due parti è cresciuta in modo considerevole. A metà giugno, Kim ha minacciato di inviare le sue truppe nella zona demilitarizzata tra i due Paesi, in un atto di rappresaglia per il lancio di volantini diffamatori nel proprio territorio da parte di dissidenti riparati al Sud. L’ordine è stato ritirato pochi giorni dopo; prima però Pyongyang ha fatto saltare in aria l’edificio che ospitava l'Ufficio di contatto con Seoul nella città nordcoreana di Kaesong.
24/06/2020 08:39
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