In Cina la discarica di rifiuti per tutto il mondo
A Lian Jiao arrivano i rifiuti di tutto il mondo: qui, decine di migliaia di lavoratori migranti selezionano la plastica perchè venga riciclata. I coloranti finiscono nei fiumi e sostanze tossiche avvelenano l'aria. Esperti: la raccolta differenziata dei rifiuti finisce per aumentare l'inquinamento nel Guangdong.
Pechno (AsiaNews/Scmp) Lian Jiao, cittadina nei pressi della metropoli di Guangzhou (Canton), è la discarica del mondo. Qui arrivano i rifiuti di Stati Uniti, Europa e molte altre nazioni per essere riciclati.
Ogni giorno tonnellate di scarti di supermercati e di manifatture del ricco mondo occidentale arrivano nella città, dove gli operai soprattutto coppie di coniugi aiutate dai giovani figli scavano con le mani tra pile di rifiuti. Gli involucri di plastica sono destinati a una vicina fabbrica, che ne ricava sostanze chimiche e versa ruscelli di coloranti e altri scarti in un inquinato fiume che poi si getta nel Pearl River. Quello che non si può riciclare - circa il 20% - è interrato poco lontano o bruciato nei cortili delle fabbriche che emanano colonne di fumo nero nel cielo.
Qui lavorano oltre 30 mila lavoratori migranti delle più povere province, ma molti dopo 2 o 3 anni tornano a casa malati, con febbre, tosse, macchie alla pelle, qualcuno con cancro o malattie polmonari.
Li Lengen, migrante dell'Henan che da due anni lavora nei rifiuti con moglie e figlia, racconta che "nessuno dice quale sia la causa delle malattie, per cui non c'è modo di chiedere un risarcimento o un aiuto [per pagare le spese mediche]. L'inquinamento ti uccide in modo silenzioso e segreto".
La figlia di Li ha 18 mesi ed è nata qui, dove "il fiume è nero. L'aria è piena di ceneri e pulviscolo. Ogni respiro ti avvelena i polmoni. Ho paura che mia figlia non sia abbastanza forte per sopravvivere, ma dobbiamo restare: nel nostro paese non abbiamo lavoro".
Un migrante guadagna circa 800 yuan [80 euro] al mese per selezionare la plastica per il riciclo, 4 volte di più di quanto guadagna un contadino. Dopo la scuola anche i bambini aiutano a cercare tra le cataste di rifiuti. Ci sono circa 2 mila piccole ditte che pagano 3 mila yuan per una tonnellata di rifiuti di plastica; poi li puliscono e lavorano e li rivendono alle fabbriche guadagnando circa 500 yuan.
Huang Yintian, 45 anni del Sichuan, racconta che lavora "14 o 15 ore al giorno per 30 giorni ogni mese. Il lavoro è duro e pericoloso e non c'è tempo per riposare. Ma sono vecchio, senza istruzione e con una moglie e un figlio a casa da mantenere. Non torno a casa da due anni perché non posso permettermi il viaggio. Ma non posso fare altro".
Yang Yichun, migrante di 50 anni, guarda il fiume maleodorante attraversare la città e racconta che "è il fiume più inquinato del mondo. Un giorno è nero, il seguente è blu, quello dopo è giallo, poi rosso, perché le fabbriche vi gettano i coloranti della plastica".
Dal ricco occidente i rifiuti arrivano a Hong Kong e sono portati qui. Il materiale recuperato è destinato alle fabbriche plastiche del Guangdong. Nei Paesi occidentali sono convinti che con la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti si protegga l'ambiente dall'inquinamento. Ogni giorno centinaia di tonnellate di scarti che non finiscono nel fiume e non sono bruciate, vengono sotterrate.
Secondo Greenpeace, questa attività di riciclo contribuisce al grave inquinamento di aria e acqua nel Guangdong. Nella regione il 55% delle piogge sono acide e il 20% dei fiumi inquinati.
Edward Chan Yue-fai, attivista di Greenpeace, chiede all'Occidente di controllare come i propri rifiuti siano smaltiti. "La gente spiega fa la raccolta differenziata dei rifiuti con le migliori intenzioni, ma non ha idea di cosa accada poi di questi rifiuti. Buona parte dell'inquinamento del Guangdong è dovuto ai rifiuti importati". (PB)