Il nuovo ministro per l’Unificazione “non cambia i rapporti con Pyongyang”
di Joseph Yun Li-sun
Una fonte di AsiaNews commenta la nomina di Yu Woo-ik: “Seoul è compatta sulla politica da tenere nei confronti del regime. Ma il nuovo ministro è più disponibile al dialogo rispetto al precedente”.
Seoul (AsiaNews) - La strategia nei confronti della Corea del Nord “non cambia, almeno non per ora. La nomina del ministro Yu Woo-ik a capo del dicastero dell’Unificazione è un segnale, ma soltanto interno: sia lui che il suo predecessore non vogliono fare alcuno sconto a Pyongyang che, prima di tornare al dialogo, si deve scusare per gli attacchi compiuti negli ultimi 3 anni ”. Lo dice ad AsiaNews una fonte del ministero coreano dell’Interno.
Il presidente conservatore Lee Myung-bak ha nominato ieri Yu al posto di Hyun In-taek; il primo, molto vicino politicamente alla “Casa Blu”, è stato ambasciatore sudcoreano in Cina. Parlando con i giornalisti dopo l’annuncio della sua nomina, Yu ha spiegato che “intende creare le condizioni per una riunificazione pacifica della penisola, garantendo però come primo obiettivo la sicurezza dei rapporti fra i due Paesi”.
La fonte di AsiaNews spiega che il rimpiazzo “non deve mandare il segnale sbagliato. Ecco perché l’ex ministro Hyun è stato al contempo nominato Consigliere speciale del presidente per la riunificazione. Seoul al suo interno è compatta: siamo disposti a nuove concessioni umanitarie nei confronti del regime soltanto se si scusa per le provocazioni militari e dimostra di voler usare i fondi per la popolazione e non per l’esercito”.
Va segnalato però che il nuovo titolare del dicastero ha una storia di diplomazia “sotterranea” con la Corea del Nord: “Quando era ambasciatore a Pechino ha fatto molto per aprire dei canali di comunicazioni con il suo parigrado del Nord. Ha le sue proprie idee ed ha una formazione politica specifica: anche se la strada resta quella, forse il modo di guidare cambierà”.
Questa opinione è confermata da Yang Moo-jin, professore presso l’Istituto di studi nordcoreani dell’Università di Seoul, che spiega al Chosun Ilbo: “Se possiamo dire che Hyun era un uomo di saldi principi, Yu è un pragmatico che si concentra sui risultati. L’amministrazione di Lee Myung-bak ha tentato un approccio negli ultimi anni e non ha ottenuto molto. Ora tocca a Yu, e vedremo cosa sarà in grado di fare”.
Il presidente conservatore Lee Myung-bak ha nominato ieri Yu al posto di Hyun In-taek; il primo, molto vicino politicamente alla “Casa Blu”, è stato ambasciatore sudcoreano in Cina. Parlando con i giornalisti dopo l’annuncio della sua nomina, Yu ha spiegato che “intende creare le condizioni per una riunificazione pacifica della penisola, garantendo però come primo obiettivo la sicurezza dei rapporti fra i due Paesi”.
La fonte di AsiaNews spiega che il rimpiazzo “non deve mandare il segnale sbagliato. Ecco perché l’ex ministro Hyun è stato al contempo nominato Consigliere speciale del presidente per la riunificazione. Seoul al suo interno è compatta: siamo disposti a nuove concessioni umanitarie nei confronti del regime soltanto se si scusa per le provocazioni militari e dimostra di voler usare i fondi per la popolazione e non per l’esercito”.
Va segnalato però che il nuovo titolare del dicastero ha una storia di diplomazia “sotterranea” con la Corea del Nord: “Quando era ambasciatore a Pechino ha fatto molto per aprire dei canali di comunicazioni con il suo parigrado del Nord. Ha le sue proprie idee ed ha una formazione politica specifica: anche se la strada resta quella, forse il modo di guidare cambierà”.
Questa opinione è confermata da Yang Moo-jin, professore presso l’Istituto di studi nordcoreani dell’Università di Seoul, che spiega al Chosun Ilbo: “Se possiamo dire che Hyun era un uomo di saldi principi, Yu è un pragmatico che si concentra sui risultati. L’amministrazione di Lee Myung-bak ha tentato un approccio negli ultimi anni e non ha ottenuto molto. Ora tocca a Yu, e vedremo cosa sarà in grado di fare”.
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