Il Sinodo si chiede come celebrare l'Eucaristia in un mondo secolarizzato
Le tematiche messe in evidenza dalla relazione del card. Scola "post disceptationem", cioè dopo le discussioni in aula.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Cosa fare perché in un mondo secolarizzato il fedele riesca a vivere l'eucaristia in tutte le sue dimensioni, da quelle più personali a quelle sociali, alla inculturazione ed alla missione e cosa fare perché la Chiesa stessa riesca ad essere sempre più eucaristica al suo interno e nei rapporti con le altre confessioni cristiane.
Questi, in estrema sintesi, i problemi che il relatore generale al Sinodo, il card. Angelo Scola, pone in 17 questioni rivolte ai "circoli minori", i gruppi di studio, nei quali si dividono i partecipanti alla XI assemblea generale ordinaria. E' la "relatio post disceptationem", ossia la relazione che offre ai "circuli" la sintesi del lavoro fin qui svolto: circa 230 interventi dei padri sinodali, 150 riflessioni e suggerimenti emersi nella libera discussione serale, i contributi degli uditori, quelli dei delegati fraterni, e le relazioni e comunicazioni per la celebrazione del 40º anniversario del Sinodo.
Celebrare l'Eucaristia nel nostro mondo
"In Oriente e in Occidente, nel Nord e nel Sud del pianeta le Chiese particolari vivono, seppur con accenti diversi, immerse in una cultura secolarizzata (non di rado in una contro-cultura) spesso refrattaria alla contemplazione, alla gratuità, alla condivisione. Il senso del mistero e del sacro proprio dell'Eucaristia rischia di essere compromesso". "Questo stesso mondo, spesso secolarizzato, tuttavia, è profondamente assetato di bellezza e di verità.
Non può evitare i grandi interrogativi sul senso ultimo della vita e della morte, del dolore e della gioia, e mantiene la capacità di riconoscere il bene quando lo incontra". "Come è una 'questione' rivolta ai 'circuli' - educare il popolo cristiano alla fede eucaristica con particolare riferimento all'annuncio, alla predicazione, alla catechesi e alla testimonianza soprattutto nel contesto della globalizzazione e della secolarizzazione?"
Dono eucaristico e diritto dei fedeli
L'Eucaristia "chiede di essere accolta e custodita dalla Chiesa come un dono insostituibile ed estremamente prezioso". La relazione ricorda "l'articolata discussione" sul rapporto tra il "carattere di dono" proprio dell'Eucaristia e il "diritto" dei fedeli di ricevere i sacramenti. "Questo implica il dovere dei pastori di garantire il più possibile la regolare celebrazione domenicale". In proposito "da parte di Padri di tutti i continenti, è stata rilevata la preoccupante scarsità di sacerdoti. In questo quadro qualcuno ha fatto riferimento ai viri probati. Si è parlato dell'improcrastinabile esigenza di una miglior ridistribuzione del clero senza sottovalutare le differenze di cultura e di lingua".
"Diversi Padri orientali hanno fatto riferimento alla prassi del sacerdozio uxorato propria delle loro Chiese", offrendo "elementi per un'ulteriore attenta valutazione della scelta della Chiesa latina di connettere il celibato al sacerdozio ordinato.A questo proposito alcuni Padri, ricordando le ragioni cristologiche, ecclesiologiche ed escatologiche del celibato esposte da Sacerdotalis coelibatus in continuità con l'insegnamento del Concilio Vaticano II, hanno affermato che l'ipotesi dei viri probati è una strada da non percorrere".
Prepararsi all'Eucaristia
L'Eucaristia "è memoriale dell'intero evento pasquale". "Nelle celebrazioni eucaristiche non mancano purtroppo fedeli che si accostano alla Comunione senza la dovuta preparazione e consapevolezza. Numerosi interventi hanno espresso anche a questo proposito l'urgenza di una catechesi che mostri i legami oggettivi tra il cammino di fede e di conversione e la comunione eucaristica". "Con grande insistenza" è stato ricordato il legame tra Eucaristia e penitenza e "la necessità di accostarsi regolarmente al sacramento della Riconciliazione. A questo scopo è stata richiamata la necessità di una maggiore disponibilità da parte dei sacerdoti".
Eucaristia, matrimonio e divorziati risposati
La necessità della "educazione" dei fedeli è stata sostenuta anche a proposito "dell'intrinseco nesso tra Eucaristia e matrimonio". "Non pochi Padri hanno fatto riferimento ai conviventi, ai battezzati sposati solo civilmente, e ai divorziati risposati che si sono messi nella dolorosa condizione di non poter ricevere la comunione eucaristica. È stata posta in evidenza l'importanza di un'attenta pastorale di accogliente comunione nei loro confronti alla luce dei numerosi pronunciamenti del Magistero. Due Padri hanno chiesto di esplorare cammini di misericordia.
In particolare qualche Padre ha invitato i Vescovi a promuovere energicamente la dimensione pastorale dei tribunali ecclesiastici, con eventuali semplificazioni di funzioni e procedure, favorendone la creazione là dove non esistono. Più di un Padre ha sottolineato l'importanza di fare ricorso in questi casi al valore della Comunione spirituale, anche se non è mancato chi l'ha definita un palliativo".
La domenica
Molti interventi hanno raccomandato "la necessità di ricuperare il valore profondo della domenica, in particolare nelle società secolarizzate dove si è affievolito talora anche assai fortemente. Si è domandato di aiutare i fedeli a riscoprire che senza la domenica non possiamo vivere. In proposito un Padre ha sollevato la questione, delicata per molti Paesi, del lavoro domenicale".
I giovani
"Le nuove generazioni, spesso influenzate dai grandi mutamenti culturali, faticano a percepire adeguatamente il valore dell'Eucaristia. In non pochi paesi la partecipazione dei giovani alla Messa domenicale crolla bruscamente al termine dell'iniziazione cristiana". Ma "si può notare, quasi in contrappunto, l'esperienza di una certa rinascita dell'adorazione eucaristica anche tra i giovani. Essi stessi a volte dichiarano di essere affascinati da Cristo".
L'Eucaristia sorgente della missione
"L'Eucaristia è la sorgente vitale della missione". "L'Eucaristia infatti identifica immediatamente la missione con l'insostituibile annuncio di Cristo e impedisce che la necessaria promozione umana, implicata nell'evangelizzazione, si riduca a pura sociologia".
"In che modo è una delle 'questioni' - le nostre celebrazioni possono meglio favorire nei fedeli un impegno missionario in tutti gli ambienti di vita attraverso la testimonianza? Come educare tutti i fedeli al rapporto tra Eucaristia e missione ad gentes?".
Dimensione sociale
L'Eucaristia. è "fonte privilegiata di giustizia, di condivisione, di pace, di riconciliazione e di perdono. Senza questa dimensione sociale, per altro intrinseca all'azione eucaristica, le nostre celebrazioni rischiano di diventare formali. In particolare si è sottolineato l'improcrastinabile dovere di chi partecipa all'Eucaristia di farsi carico delle situazioni di estrema indigenza e di endemica miseria in cui vivono molti popoli del Sud del pianeta, con un particolare riferimento ai bambini e alle donne".
Eucaristia e scelte politico
E' stata sollevata la questione della "necessaria coerenza delle scelte politiche con la partecipazione alla Comunione sacramentale, richiamando la grave responsabilità, soprattutto di legislatori e governanti, in merito alla promozione di una società giusta, solidale e rispettosa della vita e della famiglia".
Inculturazione liturgica
Per ogni Chiesa particolare il modo di vivere l'Eucaristia è inseparabile dalla propria cultura e dalla propria storia. La traduzione dei testi liturgici, l'incorporazione di gesti ed espressioni provenienti dalle culture in cui vive la Chiesa ed altri aspetti connessi al tema, dovrebbero suggerire nuovi elementi che non alterino però l'essenza del mistero della fede". Servono "adeguati criteri di discernimento riguardo alle sue condizioni e metodi di attuazione".