06/10/2006, 00.00
cina
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Il Partito promette maggiore efficacia nel sistema delle petizioni

Attualmente su 10 milioni di lagnanze, solo il 2 per mille viene accolto e risolto. Il partito teme un incremento delle rivolte sociali.

Pechino (AsiaNews) – L'imminente Plenum del Partito comunista cinese, in programma dall'8 all'11 ottobre, attuerà una riforma del sistema delle petizioni, permettendo ai cittadini di far sentire ancora di più le loro lamentele e combattendo con più radicalità la corruzione dei governi locali. L'annuncio è stato dato ieri dalla Xinhua, mettendo in luce che il tema del 6° Plenum è "costruire una società armoniosa", lo slogan di Hu Jintao che prevede uno sviluppo più equilibrato, una maggiore distribuzione della ricchezza, minori tensioni fra le classi sociali.

L'attuale sistema delle petizioni (xinfang), ha precisato Xinhua, sarà riformato "per costruire una società armoniosa e aiutare ad eliminare gli elementi che possono causare tensioni sociali".

Il sistema della xinfang è il tradizionale metodo con cui persone offese nei loro diritti da qualche governo locale, chiedono che venga fatta loro giustizia presentando una lettera alle autorità superiori.

Il primo regolamento comunista sul sistema delle petizioni è stato varato nel 1995 e riformato nel 2005. Ma a detta dello stesso Partito, esso è totalmente "inefficace". In questi anni di crescita economica selvaggia molti contadini e operai hanno cercato di far sentire la loro voce contro i loro capi locali o di sezione a causa della corruzione imperante, dei sequestri di terreni, di elezioni di villaggio manipolate. Secondo dati della stampa cinese, nel 2005 su 10 milioni di petizioni, solo il 2 per mille ha trovato una soluzione. La Xinhua, citando un'inchiesta ufficiale, afferma che il 40% delle petizioni riguarda malefatte della polizia, dei tribunali e dei pubblici ministeri; il 33% riguarda il governo; il 13% le corruzioni; l'11% generiche ingiustizie.

La riforma del sistema delle petizioni è urgente perché il Partito teme che la gente, non trovando ascolto attraverso queste vie, cerchi altri metodi per far sentire la sua voce, incrementando le rivolte sociali. Mesi fa il Ministero della Sicurezza ha dichiarato che nel 2005 vi sono state almeno 87 mila rivolte.

La riforma del sistema delle petizioni del 2005 da una parte difende le persone da possibili soprusi delle autorità incriminate; dall'altra pone stretti limiti a petizioni perché non si trasformino in manifestazioni o in rivolta. L'articolo 20 del nuovo regolamento dice che le persone che presentano lagnanze "non devono ferire gli interessi dello stato, della società o della collettività, o infrangere i diritti legali di altri cittadini", né "stare o creare problemi agli uffici dove si raccolgono lettere e visite", proibendo quindi qualunque manifestazione. Secondo analisti cinesi del diritto, il sistema delle petizioni, pur riformato e reso più efficace, è un segno di mancanza di diritto in Cina. Yu Jianrong, ricercatore presso l'Istituto per lo sviluppo rurale dell'Accademia delle scienze sociali di Pechino, afferma che la Cina avrebbe bisogno non di una nuova riforma delle petizione, ma di una riforma costituzionale e di un sistema legale efficace.

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