Il Papa: la verità della pace vinca la "menzogna" della violenza
Si intitola "Nella verità, la pace" il primo messaggio di Benedetto XVI per la celebrazione della Giornata mondiale della pace. Il nichilismo causa del fanatismo, che origina terrorismo e violenza.
Città del Vaticano (AsiaNews) - La "verità della pace", che è fondamentalmente rispetto dell'ordine che Dio ha "impresso" alla società umana, è "anelito insopprimibile" di ogni persona e viene contrastata dalla menzogna, il primo peccato, al quale sono alla fine riconducibili mali come il relativismo e il nichilismo. Mali da combattere perché, rapportandosi in modo errato alla verità, danno origine al fanatismo, anche religioso, che suscita terrorismo e guerre. Si intitola "Nella verità, la pace" il primo messaggio di Benedetto XVI per la celebrazione della Giornata della pace, che si celebra il primo gennaio, nel quale il Papa, approfondendo un discorso che gli è caro, evidenzia i motivi profondi del suo combattere relativismo e nichilismo.
Il messaggio sostiene che, malgrado alcuni segni positivi, come il diminuire del numero dei conflitti e "promesse" di miglioramento ad esempio per la Palestina, il mondo è ancora lontano dalla "verità della pace", minacciata dalla "menzogna" del terrorismo, delle discriminazioni, della violenza, delle troppe armi in circolazione, in particolar modo di quelle nucleari. E' un male contro il quale la Chiesa riafferma il proprio impegno, chiede la collaborazione delle altre fedi e degli uomini di buona volontà e invita all'azione la comunità internazionale, anche attraverso una ristrutturazione dell'Onu.
Il messaggio è strutturato in quattro parti, in ognuna della quali, come ha evidenziato nella sua presentazione il cardinale Raffaele Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, "il tema della pace viene progressivamente trattato in relazione ai vari aspetti della verità della pace. Nella prima parte, di carattere teologico e spirituale, si evidenzia il senso e il valore della connessione tra pace, verità e menzogna; nella seconda, la verità della pace viene vista nel contesto di una concreta situazione di guerra; nella terza, la verità della pace viene trattata in stretto collegamento con la tragica e dirompente realtà del terrorismo; nella quarta, la verità della pace viene proposta in riferimento all'urgente esercizio di quelle necessarie responsabilità per rilanciare, soprattutto a livello di comunità internazionale, il processo politico del disarmo".
La pace, per Benedetto XVI non va intesa "come semplice assenza di guerra, ma come convivenza di singoli cittadini, in una società governata dalla giustizia, nella quale si realizza, in quanto possibile il bene anche per ognuno di loro" (n. 6)
Al giorno d'oggi, rileva il Papa, "la verità della pace" continua ad essere negata in modo drammatico dai terroristi. I loro "disegni di morte risultano ispirati da un nichilismo tragico e sconvolgente", che già Giovanni Paolo II ha stigmatizzato, "mettendo in guardia dalla pretesa di imporre con la violenza, anziché di proporre alla libera accettazione degli altri, la propria convinzione circa la verità" (n. 9). Non diversamente è per il fondamentalismo, che pure mira ad imporre la sua "verità". L'uno e l'altro hanno poi in comune "un pericoloso disprezzo per l'uomo e per la sua vita e in ultima analisi, per Dio stesso" (n. 10).
In positivo, il Papa annovera "il calo numerico dei conflitti armati" e "passi, certamente ancora assai timidi sul sentiero della pace, ma già in grado di prospettare in futuro di maggiore serenità in particolare per le popolazioni martoriate della Palestina, la Terra di Gesù, e per gli abitanti di talune regioni dell'Africa e dell'Asia, che da anni attendono il positivo concludersi degli avviati percorsi di pacificazione e di riconciliazione" (n.12). Sono segnali che richiedono la costruttiva collaborazione della comunità internazionale. In proposito Benedetto XVI ricorda anche i militari impegnati in missioni di pace. "Come potrei dimenticare scrive - i tanti soldati impegnati in delicate operazioni di composizione dei conflitti e di ripristino delle condizioni necessarie alla realizzazione della pace?" (n. 8).
D'altro canto, proseguono "sanguinosi conflitti fratricidi e guerre devastanti" e a volte le autorità "fomentano nei cittadini sentimenti ostilità verso altre nazioni", affermando false differenze tra i componenti dell'unico genere umano e assumendosi quindi gravi responsabilità. Rientra in questo quadro "l'aumento preoccupante delle spese militari" e il "sempre prospero" commercio delle armi. "Che dire poi dei governi che contano sulle armi nucleari per garantire la sicurezza dei loro Paesi?". Occorre una ripresa del processo politico e giuridico che può portare ad un disarmo del quale usufruirebbero anche i Paesi poveri che "reclamano giustamente, dopo tante promesse, l'attuazione concreta del diritto allo sviluppo" (n. 15).
Tutto conferma, in conclusione, che "per essere autentica e duratura, la pace deve essere costruita sulla roccia della verità di Dio e della verità dell'uomo. Solo questa verità può sensibilizzare gli animi alla giustizia, aprirli all'amore e alla solidarietà, incoraggiare tutti ad operare per una umanità realmente libera e solidale" (n. 15). (FP)
01/01/2006
13/07/2006