29/09/2012, 00.00
TAGIKISTAN
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I cattolici del Tagikistan celebrano l’anniversario della missione Sui Iuris

di p. Carlos Avila*
La missione nell’ex repubblica sovietica inizia nel 1997 per volontà di Giovanni Paolo II. Essa è affidata all’ordine dei missionari del Verbo incarnato. A tutt’oggi nel Paese vi sono tre parrocchie, e circa 20 fra sacerdoti, religiosi e giovani seminaristi di naziolità tagika. La testimonianza di p. Carlos Avila superiore della missione.

Dushanbe (AsiaNews) - La chiesa del Tagikistan festeggia i 15 anni della missione "Sui iuris" che ha consentito la rinascita del cattolicesimo nel Paese dopo gli anni del comunismo e della guerra civile dei primi anni '90. Per l'occasione, p. Carlos Avila, missionario dell'Istituto del Verbo Incarnato, e superiore della missione racconta ad AsiaNews la storia della piccola comunità cattolica del Tagikistan. Essa è sopravvissuta agli orrori delle guerre grazie al lavoro di sacerdoti e delle suore di Madre Teresa, l'unico istituto a non aver abbandonato il Paese nel periodo dei conflitti etnici esplosi dopo il tracollo dell'Unione Sovietica.

Ecco di seguito l'articolo di p. Carlos Avila.   

Il 29 settembre del 1997 sua santità papa Giovanni Paolo II, proclama la missione "Sui Iuris" nel Tagikistan, per dare maggiore attenzione ai fedeli cattolici presenti nel Paese. La missione viene assegnata all'Istituto del Verbo incarnato. Oggi nel Tagikistan esistono tre parrocchie dedicate a San Giuseppe, San Rocco e Santa Teresa di Gesù Bambino. Nel territorio lavorano quattro sacerdoti dell'Ive e tre religiose dell'Istituto del Signore e della Vergine di Matara e quattro suore di Madre Teresa di Calcutta. In questi 15 anni, Dio ci ha benedetto con alcune vocazioni di giovani tagiki e vi sono al momento tre seminaristi e tre ragazze che hanno scelto la vita religiosa.

La Chiesa cattolica del Tagikistan esiste da circa 40 anni. La comunità inizia a svilupparsi a partire dal 1974 e raggiunge una struttura più solida con la costruzione dei primi edifici religiosi nella capitale Dushambe e a Kurgan Tubie, nel sud del Paese. I primi fedeli sono in maggioranza tedeschi provenienti da Russia, Ucraina e Lituania, deportati nel Paese durante l'Unione sovietica.

A causa del regime comunista, per anni le comunità del Tagikistan restano isolate dalla Chiesa universale. Esse scelgono come lingua ufficiale per la liturgia il tedesco, assumendo fra i locali l'appellativo di "Chiesa tedesca".

Nonostante l'isolamento, i cattolici del Tagikistan crescono e diventano una delle più importanti e numerose comunità dell'Unione sovietica. Con la tragica guerra civile del 1992-1993 gran parte dei cattolici fugge dal Paese insieme ai cittadini di altre etnie. Per diversi anni le chiese rimangono vuote e senza sacerdoti. La comunità cattolica si mantiene grazie al lavoro dei pochi fedeli che decidono di non fuggire. Alla loro assistenza spirituale e materiale pensano le suore della congregazione di Madre Teresa di Calcutta, che fanno di tutto per impedire la totale scomparsa della comunità. In questi anni vengono inviati per periodi prolungati sacerdoti provenienti dal Kazakistan, per aiutare i pochi cattolici tagiki. La presenza dei sacerdoti consente loro i uscire dall'isolamento del passato. La comunità cattolica cessa di essere "la Chiesa tedesca", ma si apre al mondo. Oggi la popolazione la identifica come Chiesa cattolica apostolica romana.

*Responsabile ecclesiastico della missione Sui Iuris del Tagikistan


Le missioni "Sui Iuris" sono territori di missione che non fanno parte di alcun vicariato o di alcuna prefettura apostolica. Tali luoghi sono retti da un superiore ecclesiastico da cui dipendono le parrocchie e il personale religioso.

 

 

 

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