Crisi degli autobus cinesi: nuovi guai per gli enti locali
I cali drastici nell'utilizzo di questa forma di trasporto pubblico negli ultimi anni hanno portato alcune compagnie a interrompere il servizio. Ora un nuovo regolamento del governo nazionale specifica che sono le amministrazioni locali a doverne garantire il funzionamento. Proprio mentre il loro debito "nascosto" in Cina ha già raggiunto livelli record.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Dal 1° dicembre le autorità locali nella Repubblica popolare cinese dovranno assumersi la responsabilità diretta della gestione e del finanziamento dei servizi pubblici di autobus. E “senza il consenso dei governi municipali, le imprese non potranno interrompere i servizi”. Sta scritto nel nuovo “Regolamento del trasporto pubblico urbano” varato nei giorni scorsi dal governo centrale cinese, nel tentativo di fare fronte all’ennesimo fronte del problema dei debiti delle amministrazioni locali cinesi.
Sta aumentando - infatti – il numero delle compagnie di trasporto pubblico afflitte da gravi problemi di liquidità, con diverse aziende che hanno sospeso i servizi e sono in ritardo con i pagamenti del personale. Il primo caso - racconta il sito Sixth Tone – era capitato a Shangqiou, nella provincia dell’Henan, dove già a inizio 2023 la locale compagnia di autobus aveva annunciato la chiusura a causa di gravi problemi finanziari, costringendo le autorità locali a intervenire. La stessa sorte è toccata poi nei mesi successivi anche ad altre aziende del settore nelle province di Heilongjiang, Liaoning e Hebei.
Dietro alle difficoltà finanziarie c’è un forte calo della domanda dei servizi degli autobus pubblici: secondo un articolo di Yang Xinmiao, vicedirettore dell'Istituto dei trasporti dell'Università Tsinghua, pubblicato da China Newsweek, negli ultimi anni il numero di corse degli autobus sarebbe diminuito di circa 20 miliardi l'anno a causa della concorrenza dei servizi di noleggio auto con conducente e bike-sharing. Ma a pesare è anche il rapido invecchiamento della popolazione cinese: molte città hanno infatti introdotto programmi di esenzione dalle tariffe per i residenti anziani, riducendo ulteriormente le entrate delle compagnie. Così le compagnie di autobus sono diventate fortemente dipendenti dai finanziamenti statali, con sovvenzioni pubbliche che ormai rappresentano più della metà delle loro entrate.
Si tratta però di un onere che ricade in toto sulle finanze locali, avendo il governo centrale ridotto i suoi sussidi per l’introduzione degli autobus elettrici varati nel 2015. E alcune amministrazioni - non più in grado di far quadrare i conti anche per via del problema più generale dei debiti delle amministrazioni locali – avevano iniziato a non pagare e far fallire le società, appellandosi al fatto che non esisteva una legge nazionale che le obbligasse a farsi carico del servizio.
Il nuovo regolamento, dunque, affronta direttamente la questione, affermando che le amministrazioni comunali sono i principali responsabili del trasporto pubblico urbano nelle aree sotto la loro giurisdizione. Chiede pertanto loro di garantire che i finanziamenti per il trasporto pubblico siano incorporati nei loro bilanci comunali, in modo da poter fornire agli operatori di servizi di autobus le sovvenzioni finanziarie in modo tempestivo.
Si tratta di una misura che, però, andrà a pesare su un contesto già in sofferenza: gli ultimi dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale sostengono che il debito “nascosto” degli enti locali ha già raggiunto livelli record in Cina. Proprio per far fronte a questo problema il Comitato permanente del Congresso Nazionale del Popolo sta discutendo l’ipotesi di garanzie per l’emissione di nuovi titoli per andare a dare ossigeno alle casse delle amministrazioni.
26/01/2021 11:09