01/09/2009, 00.00
COREA
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Corea: normalizzato il traffico lungo il confine, tolte le restrizioni a merci e persone

I varchi sono aperti 23 volte al giorno, rispetto ai sei del passato. Nei mesi scorsi la situazione di tensione aveva prospettato la chiusura del complesso industriale di Kaesong. La riapertura del confine segna un nuovo punto in favore del dialogo e della cooperazione fra le due Coree, dopo mesi di tensione.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Seoul e Pyongyang hanno normalizzato il traffico lungo il confine che separa le due Coree – il più militarizzato al mondo, lungo il 38mo parallelo – permettendo un accesso regolare da e per il complesso industriale intercoreano di Kaesong, nel Nord.
 
Lee Jong-joo, portavoce del Ministero sud-coreano per l’unificazione, conferma che non vi sono più restrizioni al numero di persone e veicoli autorizzati a varcare il confine; da oggi sarà quindi possibile entrare in Corea del Nord 12 volte al giorno e 11 per fare invece rientro nel Sud. In passato i varchi erano aperti sei volte al giorno.
 
La normalizzazione del traffico lungo i confini servirà ad imprimere un nuovo sviluppo al complesso inter-coreano di Kaesong, nel Nord; esso ospita 110 industrie sud-coreane che offrono lavoro a circa 40mila lavoratori nord-coreani. Le tensioni dei mesi scorsi avevano fatto precipitare la produzione e Seoul non aveva escluso la possibilità di chiudere il complesso.
 
Nel dicembre 2008 il regime nord-coreano aveva limitato gli accessi lungo i confini; nei mesi successivi il clima di tensione fra Pyongyang e Seoul si è aggravato, fino a sfiorare un aperto conflitto militare. Gli esperimenti nucleari e missilistici del Nord in primavera hanno inoltre spinto la comunità internazionale a inasprire le sanzioni verso la Corea del Nord.
 
Da qualche settimana, però, Pyongyang sembra mantenere un atteggiamento più conciliante con il Sud e gli Stati Uniti. La liberazione delle giornaliste Usa detenute nel Nord, per la quale si è attivato l’ex presidente Bill Clinton in persona; il rilascio del lavoratore sud-coreano, arrestato per aver ingiuriato il “Caro leader” Kim Jong-il e dell’equipaggio del mercantile sud-coreano che aveva sconfinato in acque nord-coreane; la ripresa dell’unica linea telefonica che collega i due Paesi e le corse del “treno della pace”; la partecipazione di una delegazione al funerale dell’ex presidente sud-coreano Kim Dae-jung – promotore della Sunshine Policy scomparso il 18 agosto scorso – sono segnali che indicano il desiderio del Nord di perseguire una rinnovata politica di dialogo.
 
Seoul e Pyongyang si sono scambiati i nomi di 200 persone alla ricerca di parenti che vivono oltre-confine. Essi potrebbero essere i primi a usufruire del recente accordo fra le due Coree, che prevede la ripresa del programma di riunificazione familiare. Gli incontri sono in programma dal 26 settembre al primo ottobre prossimo.
 
Analisti spiegano che l’inversione di rotta voluta dal regime è legata al bisogno di aiuti e incentivi per sostenere l’economia del Nord, segnata da decenni di isolamento. Da tempo non si parla più nemmeno della successione al potere a Pyongyang, segno che Kim Jong-il pare aver superato i problemi di salute ed è tornato al comando nel Paese.
 
Resta comunque aperta la partita sul programma nucleare: Pyongyang considera conclusa l’era dei colloqui a Sei (che includono anche Corea del Sud, Stati Uniti, Russia, Cina e Giappone) e chiede dialoghi diretti con Washington. Una decisione che crea malumori a Pechino e Mosca, che temono radicali cambiamenti negli equilibri politici nell’area.
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