08/06/2024, 12.37
BANGLADESH
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Caritas Internationalis a Cox's Bazar: 'Il mondo faccia di più per i Rohingya'

di Sumon Corraya

Il segretario generale Alistair Dutton in visita ai campi dei rifugiati dove dal 2017 è attiva Caritas Bangladesh insieme al goerno di Dhaka. Gli aiuti globali per l'alimentazione sono scesi a 10 dollari a persona al mese, con gravi conseguenze. "Queste famiglie sono tra le più vulnerabili al mondo, con adolescenti che hanno vissuto qui già metà della loro vita. La comunità internazionale non può lasciare solo il Bangladesh".

Dhaka (AsiaNews) – Gratitudine al governo di Dhaka e alla Chiesa locale per quanto da anni stanno facendo. Ma anche una forte denuncia di come la comunità internazionale li stia lasciando soli di fronte al dramma dei profughi Rohingya. È il messaggio che il segretario generale di Caritas Internationalis Alistair Dutton ha lanciato dal Bangladesh dove in questi giorni ha visitato i campi dei Rohingya a Cox’s Bazar. Un viaggio che ha fatto eco ai recenti e rinnovati appelli di papa Francesco, che tante volte sottolineato la sofferenza dei Rohingya, dopo averne incontrato personalmente un gruppo durante la sua visita in Bangladesh nel 2017.

“Sono profondamente commosso dall'ospitalità e dal sostegno duraturo che il governo del Bangladesh ha dimostrato nei confronti dei rifugiati Rohingya negli ultimi sette anni - ha dichiarato Dutton -. Mentre l'attenzione del mondo si è spostata, il popolo Rohingya continua a lottare in questi campi dimenticati. Ma non ci si può aspettare che il governo del Bangladesh li sostenga da solo. Altri Paesi devono intervenire con maggiori finanziamenti per questa crisi”. “Non dobbiamo dimenticare il popolo Rohingya - ha proseguito  Dutton -. Le famiglie Rohingya sono tra le più vulnerabili al mondo, vivono su terreni ai margini delle comunità e non hanno diritto a lavorare. Gli adolescenti hanno trascorso ormai metà della loro vita in questi insediamenti. Dobbiamo fare di più per garantire la loro sicurezza ora e le loro possibilità per il futuro”.

Dall'inizio della crisi dei rifugiati nel 2017, i finanziamenti sono diminuiti drasticamente. I contributi delle istituzioni globali che sostengono la loro alimentazione sono scesi a 10 dollari a persona al mese, mentre i finanziamenti per altri settori sono diminuiti in modo anche più significativo, mentre i prezzi crescono con l'inflazione all'11%. Le condizioni di vita si stanno deteriorando, poiché le strutture di accoglienza, idriche e igieniche degli insediamenti richiedono riparazioni e manutenzione. Per i bambini, l'istruzione e la protezione hanno fatto gravi passi indietro.

Nel 2024, le autorità del Bangladesh hanno lanciato un Piano di risposta congiunto per la crisi umanitaria dei Rohingya con l'obiettivo di raccogliere 852,4 milioni di dollari, per aiutare 1,35 milioni di persone tra i Rohingya e le comunità ospitanti. L’intervento mira a fornire alloggi sicuri, istruzione, acqua e servizi igienici, assistenza medica, servizi di salute mentale e progetti di sostentamento. Nonostante questi sforzi, però, i finanziamenti dello scorso anno hanno coperto solo il 65% del piano di risposta.

Tra il 2017 e il 2023, la Caritas ha speso 45 milioni di dollari in interventi di emergenza per i Rohingya e i membri delle comunità ospitanti a Cox's Bazar e Bhasanchar. In questi anni la Caritas ha assistito quasi centomila persone con attività quali il sostegno agli alloggi, la protezione, le attività di riduzione del rischio di disastri, l'istruzione e l'acqua, i servizi igienico-sanitari.

“Più di 200mila bambini sono già nati nei campi: non hanno mai visto il loro Paese d'origine e non hanno nazionalità, sono apolidi – commenta ancora Dutton -. Questo richiede una rinnovata attenzione internazionale e un'equa condivisione degli oneri da parte dei Paesi della regione e non solo, insieme alla pressione sul Myanmar per un ritorno sicuro e dignitoso dei Rohingya con il ripristino dei loro diritti”.

 "Lascio il Bangladesh profondamente ispirato dall'umanità, dalla compassione e dalla solidarietà che il governo, Caritas Bangladesh e le comunità locali hanno dimostrato – ha concluso il segretario generale di Caritas Internationalis -. Le famiglie Rohingya, hanno bisogno della nostra attenzione, delle nostre risorse, del nostro amore e delle nostre preghiere più che mai. Rispondiamo collettivamente a questo appello all'umanità”.

Da parte sua il direttore esecutivo di Caritas Bangladesh, Sebastian Rozario, ha descritto la visita di Dutton come una testimonianza della solidarietà e dell'unità che lega la famiglia Caritas globale. “La condizione del popolo Rohingya - ha spiegato - rimane una delle crisi umanitarie più urgenti del nostro tempo. Nonostante l'impegno incrollabile delle nostre squadre sul campo, continuiamo a lottare con una grave carenza di fondi, che ostacola la nostra capacità di fornire il supporto e i servizi necessari. Questa presenza accende un riflettore su una crisi dimenticata e speriamo che sproni la comunità globale a rinnovare il proprio impegno e le proprie risorse per questa causa".

Allo stesso tempo Rozario ha esortato la comunità internazionale, a “non dimenticare i cittadini del Bangladesh” che soffrono anch'essi di disastri indotti dal clima (cicloni, inondazioni, alluvioni improvvise, tempeste, siccità), ingiustizie, violazioni dei diritti umani, problemi di diritti fondiari, mancanza di opportunità di sostentamento, accesso inadeguato all'istruzione e ai servizi sanitari”. Caritas Bangladesh gestisce complessivamente 94 progetti in 52 distretti, concentrandosi su assistenza sociale, sicurezza alimentare, istruzione, salute, gestione dei disastri e sviluppo delle popolazioni indigene. Nel 2022-23 ha speso 3.270,89 milioni di taka (25,7 milioni di euro ndr) per aiutare 1,2 milioni di persone emarginate.

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