Card. Dias: "Il Papa ha l'autorità morale per parlare di libertà religiosa al mondo intero"
In un lungo commento pubblicato oggi, il porporato spiega dove affondano le radici dell'autorità religiosa e morale del successore di Pietro, scambiato dal governo indiano per il "pescatore di pesci e non di uomini".
Mumbai (AsiaNews) Il Papa, vicario di Cristo e capo della Chiesa universale, "ha tutto il diritto di commentare la situazione della libertà religiosa nel mondo intero" e questo diritto "gli viene riconosciuto dai milioni di persone in tutto il mondo che ascoltano la sua voce in campo etico, morale e dottrinale".
Il cardinale indiano Ivan Dias, nuovo prefetto per la Congregazione dell'evangelizzazione dei popoli, ritorna sulla polemica riguardo i commenti fatti il 18 maggio scorso da Benedetto XVI sulla libertà religiosa in India, quando il Papa ha sottolineato "i preoccupanti segni di intolleranza religiosa che si registrano in alcuni Stati indiani".
Dopo queste parole, pronunciate in occasione della presentazione delle lettere credenziali del nuovo ambasciatore indiano presso la Santa Sede, Rajnath Singh, il presidente del Bharatiya Janata Party [Bjp, maggior partito politico indiano, di impronta nazionalfondamentalista ndr], aveva risposto al Papa definendo i suoi commenti "ingiustificati" e sottolineando come "proprio le conversioni causano i problemi religiosi nel Paese, non le leggi che le proibiscono".
Nel Madhya Pradesh, Stato dominato dal Bjp, diversi gruppi di integralisti hanno bruciato sabato 20 maggio delle fotografie di Benedetto XVI per protestare contro la sua "interferenza negli affari interni dell'India" e quest'ultima questione è tornata sulla scena politica indiana, che continua a lamentare "l'intrusione papale".
"In India spiega ad AsiaNews padre Tony Charangat, direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali dell'arcidiocesi di Mumbai c'è confusione sul ruolo politico e quello morale rivestiti dal Papa. Il governo non ha capito che i commenti di Benedetto XVI non venivano dal capo dello Stato Città del Vaticano, ma dalla Santa Sede, che ha un'autorità ben diversa".
Per spiegare in pieno questo punto, il porporato ha scritto questa sorta di "manuale di istruzioni" per far comprendere ai non cattolici la doppia natura del vicario di Cristo in terra e da dove derivi la sua autorità morale.
AsiaNews propone, in una sua traduzione, ampi stralci delle considerazioni del card. Dias.
In alcune delle reazioni ai commenti fatti da Benedetto XVI riguardo la situazione della libertà religiosa in India vi sono state delle critiche tese a voler dimostrare l'inopportunità dell'intromissione del Papa in affari interni ad una nazione sovrana, in quanto egli avrebbe parlato come capo dello Stato Città del Vaticano. Oltre alle considerazioni già espresse sull'argomento il 27 maggio scorso, (vedi India, card. Dias replica ai fondamentalisti: "La conversione di un uomo riguarda lui e Dio") mi sembra necessario dover chiarire da una prospettiva cattolica alcune nozioni riguardo il ruolo che egli svolge nel mondo come vicario di Cristo in terra e come primo cittadino del Vaticano.
Background biblico
Bisogna tornare al lago di Galilea, circa 2 mila anni fa, quando Gesù che ha appena finito di parlare davanti ad una moltitudine di persone dalla barca di Pietro invita l'apostolo a lanciare le reti nelle acque più basse e profonde. Dopo un primo momento di curiosa sorpresa la richiesta viene fatta da un falegname e predicatore verso un pescatore, che ha passato tutta la notte in acqua e non ha preso niente (ed anche questa, forse, è un'intromissione non richiesta nella competenza altrui) Pietro cala le reti e, confuso dalla grande retata che riesce a fare, si butta ai piedi di Gesù e lo implora di allontanarsi da un uomo peccaminoso. Ma Gesù lo conforta e gli dice: "Non essere spaventato; da oggi, sarai un pescatore di uomini". Questo cambiamento, da pescatore di pesci a pescatore di uomini, ha un profondo significato. Più tardi, lo stesso Gesù spiegherà il significato del suo nuovo compito con un'altra metafora: "Tu sei Pietro, la roccia, e su questa roccia edificherò la mia Chiesa e i cancelli dell'inferno non vi prevarranno. Ti darò le chiavi del regno dei Cieli; qualunque cosa rimetterai in terra sarà rimessa in cielo e tutto ciò che lascerai legato in terra sarà legato in cielo. Dopo la sua resurrezione, Gesù conferma Pietro quando gli dice "Pasci i miei agnelli Pasci le mie pecore", nonostante il fatto che Pietro, in un momento di debolezza dopo l'arresto di Gesù negli orti del Getsemani, ha negato tre volte di conoscerlo. Data la sua natura di Dio fatto uomo, il gregge di Gesù è l'umanità intera, per la cui salvezza è morto in croce sul Calvario.
La Santa Sede
E' gratificante notare il fatto che in un mondo dove i valori etici, morali ed umani sono costantemente squassati in alto ed in basso dai mari in tempesta della vita, Gesù ha voluto che Pietro fosse, come un faro su di una roccia, il suo portavoce dotato di autorità il suo vicario in terra che illumina il corso dell'umanità. E così è stato per i secoli tramite i successori di Pietro, i pontefici. L'autorità morale e spirituale rivestita dal Papa è di norma riferita anche alla Santa Sede: il termine Sede (che significa seggio) rappresenta simbolicamente la cattedra da cui viene impartito un insegnamento in maniera ufficiale, dove le leggi vengono promulgate ed i giudizi pronunciati, qualcosa di simile agli sgabelli dei capi tribali in Africa, i troni dei re europei ed i siti in cui i guru indiani insegnano con autorità i loro principi.
Parlando in senso stretto, la Santa Sede o Sede apostolica è il ministero del Papa che ha una doppia sovranità: pastore della Chiesa universale e capo dello Stato Città del Vaticano. In un senso più ampio, la Santa Sede include i dipartimenti (dicasteri) della Curia romana che collaborano con il Papa nel governare la Chiesa (v. can. 361 del Diritto canonico). La Santa Sede è inoltre il corpo centrale che governa la Chiesa cattolica, di cui il Papa è a capo come vescovo di Roma, ed è precisamente nell'esercizio di questa funzione che egli ottiene il riconoscimento internazionale. La Santa Sede è inoltre l'autorità suprema dello Stato Città del Vaticano, come sarà spiegato meglio più avanti. Il Papa ha un posto speciale nel comitato delle nazioni ed è universalmente riconosciuto come un autorevole punto di riferimento quando parla di questioni dogmatiche, spirituali, morali ed etiche: questi pronunciamenti non sono sempre infallibili, eccezion fatta per quando parla ex cathedra. Egli insegna il rispetto di tutte le nazioni, anche di quelle che sono in disaccordo con il suo punto di vista. In questo egli rappresenta la Santa Sede e non lo Stato Città del Vaticano. I suoi pronunciamenti toccano per la maggior parte questioni di diritti umani, temi che riguardano la vita e la morte, la moralità all'interno ed all'esterno del matrimonio, la giustizia, la verità e la pace.
La Santa Sede, non il Vaticano, mantiene relazioni diplomatiche con 174 nazioni e partecipa a varie organizzazioni internazionali. Le ambasciate straniere sono accreditate presso la Santa Sede, non presso la Città del Vaticano, ed è la Santa Sede che stabilisce trattati e concordati con le altre entità sovrane e, quando necessario, anche a nome della Città del Vaticano. Dato il territorio molto limitato del Vaticano, le ambasciate presso la Santa Sede hanno le loro sedi nella parte italiana di Roma. La stessa Italia ha la sua ambasciata presso la Santa Sede. Mentre il Vaticano è soggetto alla legge internazionale ed è membro di organizzazioni internazionali, come l'Unione postale universale e l'Unione internazionale per le telecomunicazioni, la Santa Sede partecipa a molte entità, governative e non, come membro, osservatore o rappresentante permanente: tra queste vi sono le Nazioni Unite, il Consiglio europeo, l'Unesco e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica.
Dato che la Santa Sede non ha alcuna ambizione politica o commerciale da portare avanti, è molto apprezzata da tutti per il suo approccio sovra-nazionale e per il suo contributo sostanziale alla richiesta di pace mondiale e sicurezza della comunità internazionale, specialmente sin da quando vi sono materie e valori che trascendono i confini delle nazioni e che preoccupano il mondo intero. Fra queste vi sono le questioni che riguardano i diritti umani, le guerre ed i problemi dei rifugiati che ne conseguono, il terrorismo, il lavoro minorile, il traffico di droga, la sicurezza dei voli aerei ecc.
Le politiche comuni su queste materie sono spesso sollevate nelle dichiarazioni e nei documenti a carattere internazionale, come la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dove si legge: "Ognuno ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione: questo diritto include la libertà di cambiare la propria religione od il proprio credo e la libertà, da soli o come comunità, di manifestare in pubblico ed in privato gli insegnamenti della propria religione e di insegnarla, praticarla, adorarla ed osservarla".
Lo Stato Città del Vaticano
Il luogo dove al momento il Papa risiede è una parte molto piccola di Roma, chiamata Vaticano. Roma è sempre stata la residenza abituale dei Papi, anche se in luoghi diversi della città, perché la tomba di Pietro, il primo pontefice, si trova appunto nella collina del Vaticano. Nei tempi passati, quando la penisola italiana era composta da diversi staterelli feudali, alcuni di loro riconoscevano al Papa la sovranità temporale come re. Dopo l'invasione di Roma da parte delle truppe del re di Piemonte, nel 1870, gli Stati papali sono stati soppressi ed il Papa "confinato" nei palazzi vaticani. In quel momento sorsero alcune controversie giuridiche sulla possibilità della Santa Sede di operare come personalità indipendente negli affari internazionali senza alcuna sovranità territoriale. L'11 febbraio del 1929 nasce così, con i Patti lateranensi fra l'Italia e la Santa Sede, lo Stato Città del Vaticano che "assicura l'indipendenza visibile ed assoluta della Santa Sede" e "garantisce ad essa un'indisputabile sovranità negli affari internazionali". L'arcivescovo Jean Louis Tauran, ex Segretario per le relazioni con gli Stati, ha definito il Vaticano "un minuscolo Stato-supporto che garantisce, con il suo minimo territorio, la libertà spirituale del Papa".
La prospettiva cattolica
Per riassumere la prospettiva cattolica esposta prima: la Santa Sede esiste sin da quando Gesù manda Pietro a prendersi cura del suo gregge, l'umanità intera. Lo Stato Città del Vaticano esiste dal 1929. Sarebbe sbagliato attribuire i commenti del Papa fatti in quanto vicario di Cristo in terra al capo dello Stato vaticano. Sarebbe come attribuire a Pietro la qualifica di pescatore di pesci, e non di uomini. La popolazione mondiale capisce che il ruolo del Papa come capo della Chiesa è diverso da quello che ricopre come primo cittadino del Vaticano. Per esempio lo capiscono le centinaia di migliaia di persone che da cinque continenti vengono a Roma per assistere ad un'udienza papale, l'ansia dei milioni in giro per il globo che hanno seguito via radio o televisione i bollettini sulla salute del Papa Giovanni Paolo II, quando la sua malattia lo ha portato via, e la tristezza che ha ricoperto il mondo quando è morto ed in occasione dei suoi funerali. L'entusiasmo con cui un numero incalcolabile di persone hanno testimoniato l'elezione e le cerimonie inaugurali del suo successore, Benedetto XVI.
Rileggendo i commenti del Papa sulla libertà religiosa in India che sono stati fatti nel contesto di un discorso pieno di apprezzamenti e lodi per la nazione indiana una persona non può non ascoltare la profonda preoccupazione di Benedetto XVI nei riguardi di un'attitudine intrapresa da alcuni gruppi politico-religiosi nei confronti dei diritti fondamentali della popolazione indiana, incastonati nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, garantiti dalla Costituzione indiana e riflesso diretto dei padri fondatori del Paese. Questo rientra in pieno nelle competenze del Papa. Le sue osservazioni, inoltre, sono ancora più rilevanti se uno considera il profondo insegnamento insito nell'anima indiana espresso nel Brihadaranyaka Upanishad: "Dalla menzogna guidami alla verità, dalle tenebra alla luce, dalla morte all'immortalità".
Nell'apprezzare con sincerità i "semi di verità" alla base di tutte le tradizioni religiose e che aspettano la loro piena maturità, i cristiani credono che solo Gesù Cristo possa soddisfare in pieno la richiesta di ogni cuore umano di andare dalla "menzogna alla verità", perché solo in lui vi è verità; "dalle tenebre alla luce" perché solo lui è la via e la luce del mondo; "dalla morte all'immortalità" perché solo in lui abbonda la vera vita.
Infatti, alla domanda posta dall'apostolo Tommaso durante l'Ultima cena, Gesù dice ai suoi discepoli: "Io sono la via, la verità e la vita". Ed è stato proprio Tommaso che, nella provvidenza di Dio, porterà più tardi la buona novella di Cristo al sub-continente indiano.
17/08/2016 11:58