Benedetto XVI incontra Bartolomeo I : Insieme verso la piena unità
La visita al Patriarcato ecumenico è il motivo fondamentale del viaggio in Turchia, per la festa di sant'Andrea. Attesa per domani una dichiarazione comune. Istanbul sotto grandi misure di sicurezza. Dal nostro inviato.
Istanbul (AsiaNews) - Splendidi canti greci, abbracci, reciproci impegni a continuare a cercare la piena unità, in un incontro che Benedetto XVI definisce "di buona volontà e di significato ecclesiale". Alla fine del secondo giorno della sua visita in Turchia, stasera Benedetto XVI è arrivato al Fanar, sede del patriarca ecumenico di Costantinopoli, il primo "in onore" tra tutti i patriarchi ortodossi.
E' la vigilia della festa di Sant'Andrea, patrono delle Chiese orientali, e l'incontro con Bartolomeo I è il motivo principale del viaggio papale. E al Patriarcato Benedetto XVI va direttamente, appena sceso dall'aereo che lo ha portato da Izmir. All'aeroporto e lungo il percorso, uno schieramento imponente di polizia. I 22 chilometri del percorso tra l'aeroscalo e il Fanar sono chiusi al traffico. Un'autostrada urbana senza nessuno: ad ogni incrocio un'auto della polizia, agenti ovunque, un blindato che fa parte del corteo. Lungo il Corno d'oro di solito impraticabile di folla, banchi di pesce illuminati e senza clienti; la gente che aspetta i traghetti si avvicina controllatissima, al bordo della strada, c'è curiosità e basta. Le minacce di Al Qaeda sono troppo recenti per poter aver influito sulle misure di sicurezza. Per ora, comunque, dice il portavoce papale, padre Federico Lombardi, non preoccupano né il Papa, né il suo seguito.
All'arrivo, invece, la piccola chiesa di San Giorgio, senza cupola, perché nell'Impero ottomano dovevano averle solo le moschee, e senza croce in cima alla facciata, in quanto simbolo religioso, è illuminata a festa: al suo interno brillano gli ori delle icone e delle pareti e dello splendido trono patriarcale. Bartolomeo e Benedetto si conoscono e si sono già incontrati, ma la visita del Papa ad Istanbul, dove in due giorni vedrà tre volte il patriarca, esprime la comune volontà di proseguire nel cammino ecumenico. Lo dice Bartolomeo, che richiama anche la responsabilità di papi e patriarchi nel cammino di riconciliazione.
Lo ripete Benedetto XVI, quando inquadra la visita al Patriarcato nel cammino per "rafforzare la spinta verso la reciproca comprensione e la ricerca della piena unità". In precedenza, il Papa ha ricordato "gli importanti eventi che hanno sostenuto il nostro impegno per lavorare alla piena unità di cattolici e ortodossi". "Desidero innanzi tutto - ha proseguito - ricordare la coraggiosa decisione di rimuovere la memporia degli anatemi del 1054", presa con una dichiarazione comune da Paolo VI e il patriarca Atenagora, "scritta nello spirito di un amore riscoperto". "Segni di questo amore - dice ancora - sono stati evidenti in numerose dichiarazioni di impegno condiviso e di molti gesti colmi di significato".
Nel corso del rito, in pratica una celebrazione dei vespri, vengono cantate sette antifone. Due sono dedicate a Pietro e Paolo, patroni della Chiesa di Roma e di Sant'Andrea. La quinta fu composta per la visita di Paolo VI ed esprime la gioia della Chiesa di Costantinopoli nel ricevere colui che siede nella sede di Pietro. Alle letture c'è un passo di Zaccaria che chiama i popoli da Oriente e Occidente e li raduna a Gerusalemme, poi Bartolomeo e Benedetto XVI hanno un colloquio privato, all'interno del piccolo complesso stretto nelle stradine di un quartiere relativamente centrale di Istanbul.
Già domani il Papa e Bartolomeo torneranno a incontrarsi per la solenne celebrazione di Andrea, nella chiesa di San Giorgio. Per domani è anche in programma la firma di una dichiarazione comune. Dal documento non ci si attendono annunci storici, né un balzo nel cammino ecumenico, ma un altro passo sicuramente sì, anche alla luce dei lavori dell'ormai riattivata commissione mista che sta affrontando le questioni teologiche. Poche settimane fa a Belgrado, ha anche toccato il fondamentale problema del Primato petrino.