Beirut, in un volume la nuova rivoluzione e la nascita di una nazione
Nell’attesa che si dia una struttura organizzativa e coerente, la rivolta dell’ottobre 2019 è già una sollevazione delle coscienze. Un rifiuto di un ordine vecchio e l’apertura a uno nuovo. Dai poveri ed emarginati il ritorno a Cristo e alla Chiesa tesa verso il mondo. Il ruolo delle donne. Un volume a più mani ripercorre uno dei passaggi chiave della storia recente del Paese.
Beirut (AsiaNews) - Aspettando le circostanze favorevoli che lo potrebbero trasformare in una rivoluzione politica coerente, il movimento del 17 ottobre 2019 è di certo una rivoluzione di coscienza. Abbiamo traccheggiato a lungo, esitando a descrivere questa rivolta come una rivoluzione, perché era pacifica, anche se colma di collera, cittadina, sebbene disordinata, unificante, anche se sparpagliata e pur non disponendo di alcun mezzo tradizionale per rovesciare il regime. Tuttavia analizzandola, osservandola di nuovo e stando a fianco di quanti l’hanno vissuta, ecco che la parola rivoluzione torna ad imporsi con forza.
Quelli che l’hanno osservata saranno i primi a riconoscerlo, e uno dei tratti distintivi della loro testimonianza è che essa è mortale ed etica. Nella rivolta del 17 ottobre 2019 vi è un “no” a un vecchio ordine e un “sì” a un ordine nuovo. Un vecchio ordine i cui confini sono ormai ben noti. Un “ordine nuovo” alla base del quale vi è una sete inestinguibile di giustizia e libertà e un rifiuto totale e definitivo del vecchio ordine intriso di compromessi, ingiusto, violento e alienante.
Nel contesto di un’opera collettiva pubblicata per le edizioni Calima (Libano), Nidal Haddad ha cercato di tenere traccia di questa rivolta sotto il bellissimo titolo di “Sursauts d’une nation”. Al suo interno vi sono molti spunti su cui riflettere. Alcuni hanno visto in questa rivoluzione la nascita di una nazione nel momento in cui sta avvenendo. La parola “parto” descriverebbe in questo caso i dolori del travaglio che l’hanno accompagnato. Altri, come Michelle Tuéni, caporedattore di an-Nahar, nel suo contributo ha colto “il vero epilogo della guerra civile” che ha sfigurato il Libano.
Un promemoria
Senza cercare di rispondere a questi quesiti complessi, Nidal Haddad e altre 42 firme, alcune delle quali di L’Orient-Le Jour, hanno fatto di “Sursauts d’une nation” una sorta di promemoria, una riserva di parole e di espressioni che compongono il volto ricco di un risveglio popolare tanto ammirevole quanto raro. “È bastata una tassa di troppo - scrive Nidal Haddad in quarta di copertina - perché la popolazione libanese si impossessasse delle strade per esprimere il proprio malcontento e il rifiuto della corruzione che incancrenisce il Paese […]. Era il 17 ottobre 2019 e questa data rimarrà una tappa fondamentale nella storia del Libano. L’idea di preservare queste tracce scritte per immortalare il vissuto e le sensazioni di questo “vagito” di un popolo mi sembrava necessaria […]. In un momento in cui predire il futuro è impossibile e allorché il Libano sta attraversando una crisi economica ed esistenziale senza precedenti, il mio desiderio più ardente è che questa raccolta incarni una eredità preziosa per le generazioni a venire che avranno, a loro volta, sicuramente molto da insegnarci, visto che siamo tutti, ciascuno a suo modo, dei trasmettitori di memoria”.
Certo, come in tutte le opere collettive, il lettore si troverà davanti a testi che gli parleranno in modo diverso. Ci sia consentito qui di rendere omaggio a quelli della scrittrice e saggista Dominique Eddé per la qualità della scrittura che mostrano, e quello del prete gesuita Gaby Khairallah per la presa di coscienza di cui è portatore: una presa di coscienza che lo ha strappato - prima di tutto per “curiosità” - dalla sua bolla, la comoda camera della sua residenza dove preparava lezioni di letteratura sorseggiando il tè, per proiettarlo in strada verso quanti “sono rimasti ai margini e i senza voce”. E ancora le donne “disprezzate dallo sciovinismo, mentre spesso sono proprio loro che tengono in piedi la società e ne tessono i legami”, poi le minoranze di ogni tipo… e i lacrimogeni.
“Tutto in una parola: conversione”
“Ciò che ha vissuto in strada, fra la gente, si racchiude in una parola: conversione” scrive il sacerdote. “Tutte queste persone hanno puntato il dito verso il Cristo e mi hanno rammentato che la Chiesa non è confinata in quattro mura, ma che si estende al mondo intero, a cominciare dalle strade in cui vivono i più poveri. Quanti sono rimasti indietro mi hanno mostrato il volto sofferente di risto ancora sulla croce, in attesa che venga fatta giustizia ai piccoli con cui si identifica, chiamandoli suoi fratelli”.
Il libro rende anche omaggio alle donne della rivoluzione del 17 ottobre. La loro presenza massiccia è uno dei suoi tratti distintivi. E nell’opera collettiva, sono loro in maggioranza. “Le parole coraggio e dignità non saranno mai abbastanza per loro” scrive p. Khairallah. La parola “libanesi” potrebbe bastare. Del resto, la parola “rivoluzione” è al femminile.
Il libro si legge in due modi. Lungo le linee e fra le linee. Leggendo “Sursauts d’une nation” con il cuore, possiamo cogliere l’anima di un popolo che chiama i soccorsi, che soffre, che spera, che grida la propria rabbia, che sogna e che prega che non lo sveglino più.
Certo, questo risveglio appare inevitabile. Ma il ricordo di un popolo che cerca di affrancarsi dal di dentro e all’esterno dalle divisioni confessionali che lo attraversano resterà per sempre il punto d’onore di questa rivoluzione delle coscienze. “Saremo ovviamente preoccupati per quando tutta questa bellezza si vedrà strappata via la sua vittoria” scrive Dominique Eddé. […] Comunque sia, qualunque cosa accada, questa bellezza è già stata tradotta in un ricordo indimenticabile, e partendo da qui, alla prova e in vista di un cambiamento, qualunque sia la data in cui avverrà”.
* Venduto a beneficio del Circolo della gioventù cattolica (CJC), “Sursauts d'une nation” sarà presto disponibile in tutte le librerie Antoine. Eccezionalmente, sarà in vendita il 7 ottobre dalle 15:00 alle 20:00 presso l’Ordine dei Medici (Furn el-Chebback), al prezzo di 75mila lire libanesi. Chiediamo in questo caso di portare l’importo esatto per evitare di maneggiare le banconote. Saranno rispettate le misure di distanziamento.
Hanno contribuito:
Yara Abi Akl • Nassar Abi Khalil • Karl Akiki • Carla Bejjani Aramouni • Joëlle Ayache • Chawki Azouri • Amale Baaklini • Ronald Barakat • Catherina Belardi • Antoine Boulad • Hayat Chaker • Carine Chamoun Chammas • Jocelyne Dagher Hayek • Jamil Dahdah • Océane Descèdres • Lamia Sfeir Darouni • Dominique Eddé • Rola el-Eid • Elsa Ghossoub • Nayla Maalouf Guillemin • Nidal Haddad • Patricia Hakim • Nicole V. Hamouche • Bélinda Ibrahim • Nathalie Sebaalani Ibrahim • Randa el-Kadi • Nagy el-Khoury • Père Gaby Khairallah • Béatrice Khater • Salma Kojok • Yasmina Farah Massoud • Gisella Tamraz Mielvacque de la Cour • Mishka Mojabber Mourani • Zeina Nader • Maguy Nasser Hage • Fady Noun • Gladys Sarkis • David Sahyoun • Fouad A. Salha • Michelle Tuéni • Reine Tyan • Christiane Dagher Yacoub • Ramy Zein
23/05/2019 08:48