L’annuncio dell'imminente riconoscimento da parte dell'Eliseo è stato immediatamente salutato con favore dall'Arabia Saudita. Che con Parigi oggi non condivide solo un'iniziativa all'Onu sulla riaffermazione della soluzione dei due Stati nel conflitto israelo-palestinese, ma anche tante partite politiche ed economiche in Medio Oriente.
Da undici mesi consecutivi la Corea del Sud, che deteneva il triste primato di Paese con il più basso tasso di fertilità al mondo, sta registrando un'inversione di tendenza pur in un quadro che resta lontano dal tasso di sostituzione. Da gennaio a maggio 2025 la crescita delle nascite si è accentuata con un aumento del 6,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Merito soprattutto degli incentivi pubblici ai matrimoni. Ma la sfida resta convincere anche chi oggi non vuole avere figli.
Pur senza arrivare al riconoscimento politico completato da Mosca, il Kazakistan ha firmato un'intesa coi talebani per un'importante linea ferroviaria. Anche Uzbekistan, Kirghizistan e Turkmenistan stanno promuovendo accordi con la benedizione di Pechino. Unica eccezione resta il Tagikistan, dove pesa ancora la questione delle discriminazioni della minoranza tagica in Afghanistan.
La Cambogia ha accusato la Thailandia di aver aperto il fuoco per prima. Silenzio di Phnom Penh su possibili vittime. La disputa territoriale coinvolge ancora una volta le aree contese intorno ai templi di Ta Muen Thom e Preah Vihear, che da fine maggio hanno riacceso le tensioni tra i due Paesi del sud-est asiatico, alle prese anche con le rispettive questioni interne. La Cina si è offerta come mediatrice.
Il diplomatico che ha appena assunto il suo incarico di rappresentante di Taipei presso la Santa Sede racconta il suo incontro con Leone XIV. “Taiwan lo aveva già aiutato da vescovo in Perù, ha detto che pregherà per noi. Non rappresentiamo una minaccia per nessuno: a Pechino continueremo a proporre occasioni di dialogo e di pace”.
La nave portacontainer affondata nel 2021 al largo delle coste dello Sri Lanka aveva causato uno dei peggiori disastri ambientali nella storia del Paese. La Corte Suprema ha condannato la compagnia proprietaria alla compensazione. Il tribunale ha stabilito inoltre che le autorità, tra cui l’ex ministro Nalaka Godahewa, non hanno messo in atto le misure adeguate a impedire la tragedia.