L’allarme lanciato dal parroco di Taybeh conferma il quadro di crescenti violenze dei gruppi pro-occupazione, col sostegno delle autorità. Per il sacerdote si vive “senza sicurezza, né protezione”. Palestinesi cacciati dalle case, assalti, terre espropriate. Rilasciati anche gli ultimi due estremisti fermati per i raid Kafr Malik e l’attacco alla base Idf.
Sono arrivate proprio il 13 giugno, giorno in cui è divampata la guerra fra Iran e Israele e viaggiano attraverso un Paese che si sta riprendendo dal conflitto fra Hezbollah e lo Stato ebraico. Prevista una tappa nel martoriato sud. Il nunzio mons. Borgia: "Un seme prezioso". Sacerdote dei padri Lazzaristi: "Incoraggino tutti a intraprendere la via della santità".
Gruppi estremisti hanno assaltato la rivista LeMan, la magistratura turca ha disposto il fermo del direttore e di altre tre persone, fra cui l’autore del disegno. Erdogan parla di “chiara, vile provocazione” e accusa gli autori di immoralità. Attivisti e movimenti della società civile condannano le modalità del fermo, equiparabile a “tortura”, e la diffusione dei video.
Ad AsiaNews il parroco racconta la drammatica realtà di una popolazione “ogni giorno” più disperata. Il conflitto che continua all’ombra della guerra fra Israele e Iran, lo spiraglio di nuove trattative per un cessate il fuoco. La prossima settimana Netanyahu alla Casa Bianca. Palestinesi di Gaza mostrano foto di bambini israeliani uccisi da Hamas il 7 ottobre.
Nei giorni scorsi eseguita la sentenza di tre uomini accusati di “spionaggio” per Israele. Decine i migranti afghani fermati nell’operazione “Plan Hijrat”. Secondo l’Onu, Teheran deporta fino a 30mila afghani al giorno. Arresti e interrogatori anche fra i Baha’i e gli ebrei iraniani. Una apparente prova di forza per mascherare le debolezze sul piano militare.
Almeno un centinaio hanno assaltato Kafr Malik, poi i soldati hanno aperto il fuoco sulla popolazione causando morti e feriti. Ucciso anche un ragazzo di 15 anni ad Al-Yamoun. P. Bashar: “Viviamo sotto il fuoco costante dei coloni e dell'esercito israeliano, ma non abbiamo paura di rimanere nella nostra terra”.