Ad AsiaNews lo studioso giordano sottolinea che superato il passaggio “più facile” legato al ritorno “degli ostaggi in vita”, sono emersi i punti critici. Il movimento non vuole cedere le armi ed è in stallo la definizione di una forza internazionale chiamata a vigilare sulla tregua. Superare “logica di conflitti e tensioni regionali” per creare “futuro di pace” a livello “culturale, oltre che economico”.
La popolazione è “onorata” per essere stata scelta come prima meta di un viaggio apostolico all’estero del pontefice, ma è anche “esausta”. Dai due anni di guerra agli attacchi nel sud di Israele, restano molti i nodi irrisolti. La missione di Ortagus per negoziati diretti fra Stato ebraico e il Paese dei cedri. Si allarga la frattura fra cristiani, drusi e sunniti e il tandem sciita Hezbollah-Amal.
Reso noto il programma del primo viaggio internazionale di Prevost. A Iznik la preghiera presso i resti della basilica di Nicea, a Istanbul la visita alla Moschea Blu ma non a Santa Sofia (dove si recarono Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI quando era ancora museo). In Libano incontro interreligioso nella piazza dei Martiri e la sosta al porto sventrato dall’esplosione del 2020.
Dalla cella il leader dell’opposizione definisce il nuovo procedimento è un “complotto” per estrometterlo dalla scena politica. Per analisti e oppositori è un tentativo di governo e Akp - sconfitti alle urne - di assumere il controllo della metropoli. I due volti della Turchia di Erdogan: repressione e carcere per gli oppositori e critici sul fronte interno, mediatore per la pace a Gaza (e in Siria).
Fra i Paesi parte della forza internazionale di stabilizzazione secondo il piano di pace di Trump vi sarebbe anche l’Azerbaijan. Da 30 anni la nazione musulmana del Caucaso è uno degli alleati chiave dello Stato ebraico oltre a rappresentare un canale di comunicazione con la Turchia. A favorire le relazioni la lotta comune contro estremismo e terrorismo islamico.
Il presidente Masoud Pezeshkian ha firmato la norma, che è già entrata in vigore. Per i promotori è una risposta alle fughe di informazioni riservate nella “guerra dei 12 giorni” con Israele (e Stati Uniti). I critici rispondono che il governo ha colpito solo persone comuni, senza punire alti funzionari o responsabili. Sullo sfondo la grave crisi economica attraversata dal Paese.