Ad AsiaNews lo studioso giordano sottolinea che superato il passaggio “più facile” legato al ritorno “degli ostaggi in vita”, sono emersi i punti critici. Il movimento non vuole cedere le armi ed è in stallo la definizione di una forza internazionale chiamata a vigilare sulla tregua. Superare “logica di conflitti e tensioni regionali” per creare “futuro di pace” a livello “culturale, oltre che economico”.
La testimonianza in Vaticano di Sarah Bernstein, direttore del Rossing Center per l’Educazione e il Dialogo di Gerusalemme. "Il documento promulgato dal Concilio Vaticano II 60 anni fa ci ha insegnato che il dialogo deve affrontare le realtà scottanti che vorremmo evitare. Gli attacchi di estremisti ebrei contro cristiani e musulmani e i loro luoghi di culto tradiscono le nostre fondamenta". Leone XIV: "La Chiesa non può tollerare l'antisemitismo".
La popolazione è “onorata” per essere stata scelta come prima meta di un viaggio apostolico all’estero del pontefice, ma è anche “esausta”. Dai due anni di guerra agli attacchi nel sud di Israele, restano molti i nodi irrisolti. La missione di Ortagus per negoziati diretti fra Stato ebraico e il Paese dei cedri. Si allarga la frattura fra cristiani, drusi e sunniti e il tandem sciita Hezbollah-Amal.
Fra i Paesi parte della forza internazionale di stabilizzazione secondo il piano di pace di Trump vi sarebbe anche l’Azerbaijan. Da 30 anni la nazione musulmana del Caucaso è uno degli alleati chiave dello Stato ebraico oltre a rappresentare un canale di comunicazione con la Turchia. A favorire le relazioni la lotta comune contro estremismo e terrorismo islamico.
Nel clima aperto dall’incontro in terra egiziana, il capo dello Stato libanese ha annunciato la disponibilità a colloqui con lo Stato ebraico. Ma non ha specificato se saranno diretti o meno. Le analogie fra il disarmo di Hezbollah e Hamas a Gaza. Hezbollah e Amal guardano alle elezioni politiche del maggio 2026 per mantenere la leadership nel versante sciita. E mirano a bloccare qualsiasi accordo possa risultare sgradito.
Per l’analista e studioso nato nella Striscia e oggi di base negli Stati Uniti il movimento cerca di “tornare al monopolio” delle armi e al controllo del territorio. Per farlo “ricorre a torture ed esecuzioni sommarie” dietro pretesto di “collaborazionismo”. Serve una missione “per far rispettare la legge e il diritto tutelando prima di tutto i palestinesi”. "Le persone con cui parlo a Gaza temono un ritorno al 6 ottobre 2023".