La diocesi ha inviato la comunicazione ufficiale per la cerimonia di ordinazione di p. Wu Jianlin, convocando tutti i preti e le suore a essere presenti senza eccezioni. L'ordinario Shen Bin avrebbe caldeggiato la scelta dicendo: "È membro della Conferenza del partito, deve essere vescovo". Il caso dell'altro ausiliare Ma Daqin dal 2012 impossibilitato ad esercitare il suo ministero per essersi rifiutato di aderire all'Associazione patriottica.
Dopo l'enfasi di un anno fa sulla "storica riconciliazione" tra le fazioni palestinesi a Pechino "benedetta" dal ministro degli Esteri Wang Yi, la Repubblica popolare cinese è rimasta lontana dai tentativi di mediazione per il cessate il fuoco a Gaza. E anche dopo la svolta di stanotte appare fredda. Il nodo degli affari da garantire nella regione.
La Cina è il primo produttore e consumatore di tabacco, con 300 milioni di fumatori e oltre un milione di morti l’anno. Decine di divisioni provinciali hanno già stretto le norme e il piano “Healthy China 2030” punta a ridurre al 20% i fumatori adulti. Shanghai da mesi sta sperimentano i divieti anche all’aperto in aree sensibili. Intanto cresce l’attivismo civico e anche gli studenti spingono per campus liberi da fumatori.
Il 1 ottobre ricorreva un anniversario importante della canonizzazione voluta da Giovanni Paolo II che segnò il momento più conflittuale delle relazioni tra Pechino e la Santa Sede. Ricordarlo forse risulta imbarazzante nel dialogo di oggi con le autorità di Pechino. Ma la comunità cattolica cinese ha il diritto di ricordare e onorare i propri martiri, come le altre chiese nel mondo.
Il Consiglio per la sicurezza nazionale definisce le linee guida per gestire la crisi al confine con la Cambogia. Resta la preoccupazione per il sostegno militare cinese a Phom Penh, anche se Pechino minimizza. Condannato all’ergastolo l’omicida di Lim Kimya, ex parlamentare cambogiano che si opponeva a Hun Sen. Ancora ignote le ragioni del gesto.
Il governo di Taipei si è affrettato a smentire che nell'accordo commerciale che sta trattando con Washington per la revoca delle tariffe ci sia la crescita al 50% della produzione negli Usa dei microprocessori per il mercato americano. Ma dall'opposizione il Kuomintang e il Taiwan People’s Party attaccano: "Vogliono svuotarci". In gioco anche gli investimenti della TMSC per i nuovi chip da 1,4 nanometri.