La sera del 5 ottobre, alla vigilia della giornata internazionale, l’evento presso il Temple Trees alla presenza del presidente Dissanayake. L’obiettivo finale è di garantire almeno 4mila alloggi a nuclei familiari bisognosi. Consegnati anche terreni e un assegno simbolico. Dal governo la promessa di “un ambiente di vita sicuro, confortevole e dignitoso per tutti i cittadini”.
Il governo canadese ha inserito la potente rete criminale con base in India tra le organizzazioni terroristiche. La decisione segue una lunga scia di sparatorie ed estorsioni contro la diaspora sikh, e arriva mentre Ottawa tenta di ripristinare la cooperazione con Delhi dopo le tensioni legate all’omicidio del leader Hardeep Singh Nijjar. Le autorità canadesi accusano la gang di agire come strumento di intimidazione legata anche all'intelligence indiane, accusa respinta con forza da Delhi.
Più di cinquanta persone presentano sintomi compatibili con la malattia, che si trasmette dal bestiame all’uomo. Per la prima volta casi anche nella regione di di Rangpur. Il governo ha avviato vaccinazioni di massa e campagne di sensibilizzazione, ma gli esperti avvertono: le strutture di sorveglianza restano fragili e il rischio di nuovi contagi è elevato.
A promuovere l’iniziativa il Ccide e Ncjp Pakistan. Presenti fra gli altri studenti, attivisti e personalità musulmane, cristiane, indù, Sikh, Parsi. Il richiamo al fondatore della nazione e ai valori di tolleranza e libertà di culto. Il vero cambiamento è tradurre in atti concreti i valori di comprensione, amore, rispetto e pace.
Nella provincia nord-orientale del Pakistan il governo locale non versa più da tre anni i fondi destinati alle studentesse delle scuole pubbliche. Un contributo esiguo di 200 rupie (60 centesimi di euro) ogni sei mesi, ma fondamentale per la frequenza femminile nelle aree rurali. In tutto il Paese, la spesa per l’istruzione è in calo e il 38% dei minori, soprattutto ragazze, resta fuori dalla scuola e aumentano matrimoni precoci e lavoro forzato.
Delhi valuta le conseguenze della revoca dell’esenzione statunitense per il porto iraniano di Chabahar, su cui ha investito centinaia di milioni di dollari come snodo strategico verso l’Asia centrale e contrappeso alla presenza cinese a Gwadar. Le nuove sanzioni rischiano di bloccare il progetto e complicano ulteriormente i rapporti con Washington, già segnati da dazi e nuove restrizioni sui visti. Sul lungo periodo, avvertono gli analisti, la Cina potrebbe essere la vera beneficiaria della crisi.