L'amministratore delegato di Gazprom parla di “accordo giuridicamente vincolante” con la China National Petroleum Corporation (Cnpc). L'impianto - su cui la Russia spinge da tempo -potrebbe fornire fino a 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno a Pechino per un periodo di 30 anni. E risulterebbe vitale per compensare le perdite degli acquisti dall’Europa. Silenzio dai media cinesi sui dettagli che finora aveva bloccato l'intesa.
Il valore “strategico” del luogo scelto per l’incontro “inconcludente” fra i presidenti russo e americano. Un territorio lontano dall’Ucraina e dalla “debole” Europa, che conferma la prevalenza dell’elemento “economico”. Nessuna svolta sulla guerra lanciata da Mosca a Kiev. È stata la prima visita del leader del Cremlino in territorio americano dal 2007.
L’Alleanza atlantica “nemico numero uno” per Mosca, ma l’Occidente teme il conflitto per una deriva nucleare. I servizi di intelligence ed esperti militari e politici europei ritengono inevitabile lo scontro, partendo dai Paesi baltici. La politica delle sanzioni ha condotto la Russia a concentrare la propria economia sull’industria bellica. Obiettivo: la conquista dell’Europa.
L’incontro di Washington ha sancito il ruolo di mediatore degli Usa al posto della Russia. Restano ancora molti i punti da definire, fra cui le cause internazionali reciproche fra Erevan e Baku, frontiere e prigionieri. Ma il nodo centrale è l’apertura del cosiddetto “Corridoio di Zangezur”, ribattezzato “Corridoio di Trump” e sotto il controllo americano. La sfida della Chiesa armena.
Si rafforza la censura di pubblicazioni che non rispettano politica statale e proclamazione dei “valori tradizionali”. Una memoria cancellata nel “giogo sovietico”, ogni tentativo di restaurarla confuso e artificioso. Uno degli scopi ideologici del Cremlino è istillare nella popolazione una vera “coscienza russa universale”. Ritorno al passato contenuto fondamentale dello spirito patriottico.
L’ex calciatore e segretario del Sogno Georgiano vuole il terzo mandato come sindaco della capitale. Alla festa presente l’oligarca putiniano “vero padrone” del Paese. Gli slogan anti-occidentali e la minaccia di espellere l’ambasciatore Ue. Per le opposizioni la nuova candidatura del sindaco-campione è l’ennesimo “segnale” anti-Bruxelles.