Murager Alimuly e Qaster Musakhanuly hanno ottenuto l’asilo politico ma rischiano di essere rimandati in Cina. I kazaki sono il secondo gruppo etnico turcofono e di religione musulmana della regione autonoma cinese.
All’udienza generale Francesco parla anche di persecuzione “con i guanti bianchi, cioè lasciati da parte, emarginati …”. “Sempre ci saranno i martiri tra noi: è questo il segnale che andiamo sulla strada di Gesù. E’ una benedizione del Signore, che ci sia nel popolo di Dio, qualcuno o qualcuna che sia questa testimonianza del martirio”.
“Ma quante volte noi ci lamentiamo, ci lamentiamo e tante volte pensiamo che i nostri peccati, i nostri limiti non possono essere perdonati. E lì, la voce del Signore viene e dice: ‘Io ti consolo, sono vicino a te’, e ci prende con tenerezza. Il Dio potente che ha creato i cieli e la terra, il Dio-eroe, per dirla così, fratello nostro, che si è lasciato portare alla croce a morire per noi, è capace di accarezzarci e dire: ‘Non piangere’”.
Le quattro “vicinanze” dei sacerdoti diocesani. “Essere vicino a Dio nella preghiera”, “essere vicino al vescovo, sempre vicino al vescovo: senza il vescovo la Chiesa non va, senza il vescovo il prete può essere un leader ma non sarà prete. Terza vicinanza: essere vicino al presbiterio, fra voi”. “E la quarta vicinanza: la vicinanza al popolo di Dio”.
Nella preghiera composta per l’Immacolata, Francesco ha detto che “non è la stessa cosa essere peccatori ed essere corrotti: è ben diverso. Una cosa è cadere, ma poi, pentiti, confessarlo e rialzarsi con l’aiuto della misericordia di Dio. Altra cosa è la connivenza ipocrita col male, la corruzione del cuore, che fuori si mostra impeccabile, ma dentro è pieno di cattive intenzioni ed egoismi meschini”.
E’ la considerazione suggerita a Francesco dallo spirito di servizio espresso dal “sono la serva del Signore” col quale Maria rispose all’angelo che le chiedeva di divenire la madre di Gesù. Oggi pomeriggio l’omaggio all’Immacolata. All’Angelus Francesco ha invitato a pregare per l’incontro che domani si svolgerà a Parigi per cercare soluzioni al conflitto in Ucraina.
Francesco incontra le Organizzazioni non governative di ispirazione cattolica, che si sono riunite negli ultimi due giorni a Roma. "Serve più immaginazione, nuove strade per la cultura dell'incontro".
Nel discorso preparato per “Aggiornamenti sociali” rivista dei gesuiti italiani, Francesco afferma che l’opzione preferenziale “prima che correre in loro aiuto ci chiede di stare dalla loro parte, anche quando guardiamo alle dinamiche della società”.
La proposta in un messaggio a firma di Francesco e di Al-Tayyeb consegnato ieri al Segretario generale delle Nazioni Unite che ha manifestato apprezzamento e disponibilità per l’iniziativa.
“Noi non possiamo edificare la nostra vita sulle cose passeggere, sulle apparenze, sul fare finta che tutto va bene. Andiamo alla roccia, dove c’è la nostra salvezza. E lì saremo felici tutti. Tutti”.
Messaggio di Francesco alla Conferenza dell'Onu sul clima di Madrid. A 4 anni dalla firma dell’accordo di Parigi la consapevolezza del cambiamento climatico “è ancora piuttosto debole, incapace di rispondere adeguatamente a quel forte senso di urgenza di un’azione rapida auspicata dai dati scientifici a nostra disposizione”. E gli attuali studi “dimostrano quanto le parole siano lontane dalle azioni concrete”.
“La fede è abbandono fiducioso nelle mani di un Dio affidabile che si fa conoscere non attraverso pratiche occulte ma per rivelazione e con amore gratuito”. Il ricordo di padre Popieluszko, ucciso dalla polizia comunista. Nell’incontro con il Consiglio direttivo di Solidarnosc i rapporti tra Chiesa e Stato.
“Lo Spirito sceglie il piccolo, sempre”, “non può entrare nel grande, nel superbo, nell’autosufficiente”. I teologi “sanno tutto, ma sono incapaci di fare teologia perché la teologia si fa in ginocchio, facendoci piccoli”.
Messaggio di Francesco per la Giornata mondiale delle persone con disabilità, che quest’anno ha per tema “Il futuro è accessibile”. “Penso a persone di ogni età, soprattutto anziani, che, anche a motivo della disabilità, sono sentite a volte come un peso, come ‘presenze ingombranti’, e rischiano di essere scartate, di vedersi negate concrete prospettive lavorative per partecipare alla costruzione del proprio avvenire”.
Ricevendo un gruppo di giovani imprenditori francesi, Francesco ha indicato una “conversione” in alcuni “cambiamenti concreti di abitudini e di stile” con i quali “è possibile agire per cambiare concretamente le cose e, a poco a poco, educare il mondo del lavoro a uno stile nuovo”.