11/04/2007, 00.00
IRAN
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“Giornata nazionale nucleare”, show di propaganda interna ed estera

di Darius Mirzai
Mentre la comunità internazionale cerca di tenere aperta la via diplomatica, crescono i proclami altisonanti e minacciosi di Teheran. Forse un bluff, ma sempre preoccupante.
Teheran (AsiaNews) – L'Iran avrà la capacità di costruire una propria bomba nucleare entro 4 o 6 anni, il che lascerà ancora spazio alla diplomazia per cercare di disinnescare questa minaccia, ha dichiarato oggi Melissa Fleming una portavoce dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, intervistata dalla radio tedesca. Le recenti dichiarazioni da Teheran sulla possibile uscita dal Trattato di non proliferazione (NPT) come pure sulla produzione industriale di uranio arricchito non scoraggiano gli sforzi diplomatici internazionali. Gli annunci del regime iraniano sul suo programma nucleare sono ritenuti per ora in diversi ambienti, semplici strumenti di propaganda.
 
Ne è un esempio lo show orchestrato per il 9 aprile scorso, data in cui da un anno Teheran celebra la “Giornata nazionale della tecnologia nucleare”, a ricordo della prima volta che il regime è riuscito a produrre uranio arricchito. Nelle scuole si sono svolte delle cerimonie ed a Natanz, il governo ha invitato giornalisti e diplomatici per una cerimonia spettacolare. La stampa era presente, ma mancavano gli ambasciatori di molti Paesi, tra cui anche i membri del Consiglio di sicurezza Onu. Tutti però hanno visto lo show in tv, compresa la furtiva lacrima del presidente iraniano Ahmadinejad durante un canto alla gloria della Repubblica islamica. Ma il momento più spettacolare è stato l’annuncio della “buona notizia nucleare”, già annunciata alcune settimane fa: l’Iran raggiungerà la capacità di produzione “industriale” di uranio arricchito.
 
Propaganda, certo, segno preoccupante, sì. Bisogna, però, leggere attentamente le dichiarazioni di Ahmadinejad, di Larijani, principale negoziatore iraniano sul nucleare, e del capo dell'Agenzia atomica nazionale, Gholam-Reza Aqazadeh. Nessuno ha detto che l’Iran ha cominciato ad arricchire l’uranio a livello industriale. Si tratta solo di “capacità”, probabilmente teorica, forse pure concreta, in pratica la produzione di centrifughe. L’Iran ne vuole 50mila o 60mila e a Natanz, cuore delle attività di arricchimento dell'uranio, ce ne sono probabilmente un migliaio.
 
Si tratta prima di tutto di un’operazione di propaganda politica diretta a diversi livelli. Sul piano interno, le autorità sostengono il nazionalismo della popolazione, regalando fuochi d’artificio agli abitanti di Teheran la sera del 9 aprile. Sul piano regionale, soprattutto nei Paesi islamici, l’Iran vuol dimostrare le sue capacità scientifiche e tecnologiche. Alle Nazioni Unite, invece, lancia una sfida da cui sarà difficile tornare indietro.
 
Preoccupante il discorso di Larijani, che parla di un’uscita dal Trattato di non proliferazione (NPT). Un bluff? Molti lo pensano: finora, l’Iran ha sempre insistito sui “diritti inalienabili” alla tecnologia nucleare. Sono “inalienabili” finché l’Iran sarà parte di un trattato internazionale che le garantisce. Altrimenti, non si tratta più di diritto internazionale, ma di pura politica e di confronti di altra natura.
 
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