“Battaglia finale” a Bangkok: aeroporto occupato e 7 feriti
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Centinaia di dimostranti anti-governo, tutti vestiti di giallo, controllano l’aeroporto internazionale di Suvarnabhumi, dove da stamane tutti i voli sono sospesi. Almeno 7 manifestanti sono stati feriti per alcune bombe scoppiate in aeroporto e in diversi punti della capitale.
Circa 3 mila passeggeri sono di fatto ostaggio nell’aeroporto, dato che tutte le strade d’accesso sono bloccate. I manifestanti sembrano avere perfino invaso la torre di controllo e esigono che i voli in atterraggio domandino loro il permesso. Serirat Prasutanon, direttore dell’aeroporto, dichiara che le operazioni “sono tutte bloccate” da stamattina e che 78 voli da e per Bangkok hanno subito cambiamenti. Metà dei voli sono stati cancellati.
L’occupazione dell’aeroporto è l’ultima mossa di una campagna del partito di opposizione, il Pad (People’s Alliance for Democracy), di far dimettere il governo che essi giudicano corrotto e “una marionetta” dell’ex premier Thaksin Shinawatra, allontanato dal potere con un colpo militare nel 2006 e oggi in esilio a Londra.
Secondo Petpong Kamchornkitkarn, portavoce dei servizi medici di emergenza, 2 persone sono state ferite per una bomba scoppiata all’aeroporto. Un’altra bomba è scoppiata contro i dimostranti al vecchio aeroporto di Don Mueang, ferendo altre 2 persone. Altre 3 sono rimaste ferite per lo scoppio di due bombe sulla strada per Don Mueang. È probabile che il primo ministro Somchai, di ritorno dal Perù, dove ha partecipato a un incontro dei Paesi dell’aera Asia-Pacifico, cerchi di atterrare proprio a Don Mueang.
A causa dei voli bloccati, migliaia di passeggeri hanno dormito in aeroporto, sulle panchine o sui nastri trasportatori dei bagagli. L’aeroporto di Suvarnabhumi accoglie 125 mila passeggeri al giorno.
Gli organizzatori della protesta definiscono questa occupazioni come “la battaglia finale” per far cadere il governo, che d’altronde è stato eletto in modo democratico. Il governo finora non ha chiesto l’intervento dell’esercito, né dichiarato alcun stato di emergenza.