È di nuovo crisi tra Hamas e Fatah
Ramallah (AsiaNews/Agenzie) – Appare in crisi l’appena raggiunto accordo della Mecca tra Fatah e Hamas. Il presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, ha “posticipato” a data da stabilire il preannunciato discorso alla nazione col quale, oggi, avrebbe dovuto illustrare proprio l’accordo raggiunto e la creazione del governo di unità nazionale.
Il discorso è stato rinviato ad una data non fissata”, ha detto il portavoce di Abbas, Nabil Abu Rudeina. “Noi – ha aggiunto – rispettiamo alla lettera la dichiarazione della Mecca e respingiamo ogni cambiamento o nuova condizione. Tutti – ha proseguito – sono chiamati al pieno rispetto dell’accordo, senza mettere condizioni”. Quest’ultima frase sembra alludere all’accusa che ambienti della presidenza rivolgono al primo ministro Haniyeh riguardanti la conferma di decine di funzionari nominati dall’attuale governo e alcune nomine del nuovo governo, in particolare del ministero-chiave degli Interni.
Secondo l’accordo della Mecca, tale incarico - che comporta il controllo delle migliaia di uomini delle forze di sicurezza - nel nuovo governo dovrebbe andare ad un indipendente. Hamas lo vorrebbe indicare ed ha proposto due nomi ad Abbas, che ha chiesto una lista più ampia.
Nimer Hamad, un collaboratore di Abbas, ha detto ad Al Jazeera che Haniyeh ha presentato ieri al presidente dell’Anp una lista di condizioni per presentare le sue dimissioni. L’atto dell’attuale capo del governo è previsto dall’accordo della Mecca ed è necessario per avviare la procedura per la formazione del governo di unità nazionale, che peraltro dovrebbe essere guidato dallo stesso Haniyeh.
Assai problematico, per la stessa fonte, è accogliere la richiesta di Hamas di legalizzare la Forze esecutiva, la milizia di Hamas, forte di 5600 uomini.
Disaccordo sembra esserci anche a proposito di quanti dei cinque “indipendenti” del futuro governo vadano scelti da Fatah. Hamas sostiene che li ha già indicati tutti, Fatah invece dice di poterne candidare ancora uno.
Rischia di fallire anche il previsto summit a tre che la settimana prossima dovrebbe vedere insieme il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, il presidente Abbas e il primo ministro israeliano Ehud Olmert, voluto dagli Usa nel tentativo di rilanciare il processo di pace. Ma un incontro preparatorio svoltosi lunedì tra il capo dell’ufficio di Olmert, Yoram Turbovich, insieme al consulente politico Shalom Turjeman da un lato ed il capo negoziatore palestinese Sa'eb Erekat e il capo dello staff di Abbas, Rafik al-Husseini, dall’altra non si è accordato sui contenuti del summit.
La delegazione palestinese chiedeva che l’incontro mirasse a una sistemazione permanente, ma gli israeliani hanno obiettivo che l’obiettivo era fuori dai loro poteri.