Zhengding-Shijiazhuang, cresce la collaborazione fra vescovo ufficiale e vescovo sotterraneo
di Zhen Yuan
Per la prima volta dopo decenni, in occasione della festa dell’Autunno, alcuni sacerdoti e laici della diocesi di mons. Jia Zhiguo, sotterraneo, si sono incontrati con mons. Jiang Taoran, vescovo ufficiale emerito di Shijiazhuang. Mons. Jia, arrestato molte volte, era stato liberato lo scorso luglio.
Zhengding (AsiaNews) – Mons Giulio Jia Zhiguo, vescovo sotterraneo di Zhengding, ha inviato i suoi auguri per la festa dell’Autunno a mons. Paolo Jiang Taoran, vescovo emerito della diocesi ufficiale di Shijiazhuang. I suoi auguri sono stati portati tre giorni fa da alcuni sacerdoti e responsabili laici di Zhengding, che per la prima volta dopo decenni, si sono incontrati con il vescovo ufficiale (v. foto).
Mons. Jia, 75 anni, è un vescovo dell’Hebei, non riconosciuto dal governo cinese. A fasi alterne è sequestrato dalla polizia ed è stato liberato il 7 luglio scorso dopo 15 mesi di detenzione. Egli però ha espresso da tempo il desiderio di maggiore comunione e unità nella diocesi, aprendo un dialogo e uno scambio con la Chiesa ufficiale.
Mons. Jiang, 84 anni, è andato in pensione verso la fine del 2008 e vive ora con i suoi familiari. Egli era stato ordinato vescovo di Shijiazhuang senza mandato papale, ma nel novembre 2008 si è riconciliato ed è stato legittimato dalla Santa Sede.
La visita a mons. Jiang da parte dei rappresentanti di mons. Jia “è stata la prima dopo decenni ed è un buon inizio”, ha detto ad AsiaNews un sacerdote di Zhengding. “Mons. Jia – ha continuato – si preoccupa della vita e della salute di mons. Jiang, nonostante vi siano pressioni e difficoltà all’interno e all’esterno”.
“Penso – ha continuato il sacerdote – che sotto la guida di mons. Jia la diocesi si svilupperà in modo positivo. Il vescovo spera di rafforzare l’evangelizzazione fra i laici, attraverso lo studio della bibbia, e spera anche di accrescere il servizio sociale per i bisognosi e i malati mentali nella zona”.
Mons. Jia è famoso in Cina per essere il responsabile di un orfanotrofio che raccoglie bambini e bambine abbandonati a causa di handicap o per questioni legate alla legge del figlio unico.
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