Zhao Ziyang scrisse al Partito chiedendo la libertà
L'ex segretario generale, che ha subito per 15 anni gli arresti domiciliari per la sua opposizione al massacro di Tiananmen nell'89, ha chiesto diverse volte di essere liberato. Ma non ha mai ottenuto risposta.
Hong Kong (AsiaNews/Scmp) L'ex segretario generale del Partito comunista cinese (Pcc), caduto in disgrazia per essersi opposto al massacro di Tiananmen e morto nel gennaio 2005, sarà ricordato il 4 giugno anniversario del massacro - con la pubblicazione di alcuni saggi commemorativi e degli scritti inediti. Fra questi vi è una sua lettera, datata 13 ottobre 1997, da lui indirizzata a tutti i 7 membri del Comitato permanente del Politburo, in cui definisce i suoi arresti domiciliari "una brutale distruzione del sistema legale socialista".
Zhao, degradato dalla carica di segretario del partito nell'89, a causa delle sue simpatie verso il movimento democratico degli studenti e degli operai, ha passato 15 anni agli arresti domiciliari fino alla sua morte. Lui stesso, i suoi parenti, i sostenitori hanno chiesto di continuo la revisione sul giudizio dato dal Partito sui fatti di Tiananmen, ma inutilmente. Secondo il Pcc il movimento democratico era "contro-rivoluzionario" e sopprimerlo è stato un bene per la nazione. In tutti questi anni il Partito non ha mai voluto ridiscutere tale "conclusione" per timore di riaprire una ferita che resta profonda in molti cinesi. Il tabù di Tiananmen è tale che alla morte di Zhao, il governo ha permesso solo funerali privati per lo statista, pioniere delle aperture economiche e democratiche della Cina.
Prima della lettera dell'ottobre '97, nel settembre '97, Zhao aveva inviato un'altra lettera ai leader del Partito radunati in congresso. In essa Zhao chiede ai capi di riabilitare il movimento dell'89. Nella lettera di ottobre, Zhao si lamenta perchè dopo l'invio della missiva precedente, gli è stato proibito di incontrare visitatori o di uscire di casa.
"Dal giugno 1989 egli scrive sono stato tenuto agli arresti domiciliari in modo illegale; per otto anni ho subito arresti domiciliari totali o parziali. Non so per quanto ancora potrò sopportare una simile perdita di libertà personale. Tutto ciò è un grave danno alla mia vita di 80enne, dal punto di vista fisico e psicologico".